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Moresco ( FM ) antico gioiello della Marca Fermana



Moresco è un piccolo borgo castello della provincia di Fermo; è situato su un panoramico rilievo di 405 metri d' altezza sullo spartiacque tra i fiumi Aso ed Ete Vivo ad una decina di chilometri dal Mare Adriatico e circa 14 dal capoluogo. Ha poco più di 600 abitanti di cui solo un centinaio all' interno del borgo. La fotografia ritrae il panorama cittadino dalla provinciale per altri due non lontani castelli fermani: Lapedona e Altidona.

Il centro storico di Moresco ha la struttura dell' antico castello che era; di forma triangolare, completamente cinto di mura con al vertice l' imponente Torre Eptagonale del secolo XII. E' presente una seconda torre, detta dell' Orologio, che sovrasta la vecchia porta di accesso al castello, mentre una terza è andata distrutta nel tempo. La fotografia ritrae il lato settentrionale del borgo con l' abside della Chiesa dei SS Lorenzo e Nicolo' che fronteggia la torre a sette lati, visto dalla provinciale per Monterubbiano.

La slanciata e poderosa Torre Eptagonale domina Largo S. Lorenzo; in passato aveva il compito di coordinare l' azione difensiva del castello e l' opera di controllo del territorio circostante. Ora viene utilizzata soprattutto per manifestazioni artistiche. Il borgo antico di Moresco è ben conservato ed appare integro nei suoi edifici ed è stato certificato come uno dei borghi più belli d' Italia. Ha il riconoscimento di questo importante club d' elite dal lontano 2001, di cui è anche uno dei soci fondatori.

Il termine Moresco ha un origine ancora oscura; molte sono le ipotesi, ma poche le certezze storiche. Alcuni propendono per l' accostamento con i Mori, una piccola comunità islamica che si era inserita nel territorio fermano in tempi antichi, altri pensano che il nome derivi dal morus o gelso o da una nobile famiglia denominata Mori. La teoria più probabile risulta essere quella che dice che Moresco deriva dal termine pre-romano morro, termine usato ad indicare accumoli ghiaiosi o aggregati pietrosi tipici della zona. Di fronte all' alta Torre Eptagonnale si erge la Chiesa dei SS. Lorenzo e Nicolo' dei secoli XVIII-XIX dalle forme estremamente sobrie, con una ripartizione di quattro lesene e suddivisa in due ordini da una cornice marcapiano. Fu costruita all' inizio dell' 800 per sostituire una chiesa più antica, della quale rimane oggi la parte absidale. Una visita al borgo parte dal suo piazzale.

L' attuale centro storico di Moresco ha mantenuto inalterate le caratteristiche tipiche dei centri fortificati sotto la giurisdizione di Fermo, che in passato arrivò a controllare una cinquantina di castelli. All' interno del territorio comunale di 630 ettari sono stati individuati resti di fattorie, strutture ed impianti produttivi di età romana e diversi altri importanti reperti. La scarsità di reperti e documenti storici relativi all' epoca alto-medievale non riesce a ricostruire importanti eventi. Si può tuttavia dedurre che anche Moresco, come le vicine Monterubbiano ed Altidona facessero parte dei vasti possedimenti dei monaci farfensi nella Valle dell' Aso. Tra il XII e il XIII secolo il fenomeno dell' incastellamento conosce un periodo notevole; gli antichi insediamenti rurali vengono abbandonati per trasferirsi sui colli e difendersi meglio dalle scorrerie dei pirati e dal passaggio delle soldataglie al seguito di capitani di ventura. Alcuni documenti storici attestano il periodi di sviluppo del castello di Moresco, che risulta ben presto sotto il predomino fermano. Tale controllo risulterà spesso perso e poi riconquistato più volte, fino al definitivo riconoscimento del 1356 del Cardinale Albornoz in cambio della riaffermazione papale in questa parte della Marca Fermana. Nella fotografia è rappresentata una delle due rampe di accesso alla originaria porta del castello.
E' nel '500 che Moresco trova un lungo e florido periodi di pace e riesce ad arricchirsi di bei palazzi, chiese ed opere d' arte. Con il consolidamento dell' autorità papale, anche le campagne diventano più sicure, meglio gestibili e fanno registrare un aumento demografico e di produzione agricola. In tempi moderni Moresco ha avuto degli alti e bassi nello sviluppo cittadino a secondo delle problematiche legate al momento. Ha perso, tra il 1869 per circa 40 anni l' autonomia comunale, venendo aggregato alla vicina Monterubbiano per poi ritrovarla definitivamente nel 1910.

Due sono gli ingressi al centro storico di Moresco: da Via Roma, sul versante rivolto verso Fermo, un bel viale alberato porta verso Piazza Marina per l' accesso orientale, con una bella visuale verso l' Adriatico. L' altro è da Via Speranza e si usufruisce dell' arcata della Torre dell' Orologio del XIV secolo, antica e unica via d' ingresso al castello. La torre- porta ospita la Fototeca Comunale, una galleria di immagini dalla metà dell' '800 fino al 1945 documentando la storia del territorio e delle sue genti. Esternamente la torre è collegata ad un elegante portico cinquecentesco coperto con volte a crociera.



Dalla Porta dell'' Orologio si accede direttamente a Piazza Castello, centro cittadino dove sono presenti il Palazzo Comunale, il retro della Torre Eptagonale, l' elegante porticato dell' ex pieve di S. Maria in Castro e la Chiesa di S. Antonio da Padova. Le belle arcate a tutto sesto su pilastri ottagonali sono gli unici resti di un' antico luogo di culto demolito nel 1806, con i resti del quale si è riedificato la Chiesa di SS. Lorenzo e Nicolò. Al lato opposto si erge il Palazzo Comunale riedificato ristrutturando, agli inizi del ' 900, un edificio più antico, per dare alla popolazione locale una struttura più funzionale e rappresentativa.
Diverse sono le belle chiese rurali presenti nel territorio comunale di Moresco, collegate negli ultimi tempi, da un intreccio di sentieri di campagna che le collegano le une con le altre. C' è la Chiesa di SS. Maria dell' Olmo del XVI secolo, quella di S. Lorenzo del XVIII secolo ed il delizioso Santuario della Madonna della Salute dei secoli XVI-XX, sulla strada per Lapedona, qui rappresentato.







                                                        di William Tallevi


                                               

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