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"L'ANTICO TESORO DELLA SANTA CASA" DI LORETO





Il Museo “Antico Tesoro della Santa Casa” del Santuario di Loreto è situato nei piani superiori del braccio ovest del Palazzo Apostolico, inziato dal Bramante (Donato di Angelo di Pascuccio detto “il Bramante” 1444 – 1514) e completato da Luigi Vanvitelli (Lodewijk van Wittel, 1700 - 1773), e conserva dipinti, sculture, arazzi e maioliche donati al Santuario della Santa Casa di Loreto nel corso dei secoli.
Si è venuto formando alla fine del secolo XIX con oggetti e dipinti provenienti per lo più dal Palazzo Apostolico e dalla Basilica, compresi alcuni affreschi staccati dalla cupola.
Loreto - Antico Tesoro della Santa Casa - Cesare Maccari - bozzetto per gli affreschi della cupola del Santuario.

Nelle sale del Museo sono custoditi i cartoni preparatori per gli affreschi della cupola della Basilica realizzati dal pittore Cesare Maccari (1840 - 1919) negli anni 1890-1907. Rappresentano l’invocazione delle Litanie Lauretane e ricordano gli avvenimenti che precedettero la definizione del dogma dell’Immacolata Concezione, proclamato nel 1854 da Papa San Pio IX (al secolo Giovanni Maria Mastai Ferretti, Senigallia, AN - 1792; Roma – 1878).
I cartoni, donati dagli eredi di Maccari nel 1954, sono eseguiti con matita e biacca su carta grigia e dimostrano l’eccezionale tecnica grafica dell’artista. Sono inoltre esposti quattro bozzetti a olio su tela, databili tra il 1891 e il 1895, corrispondenti alla fase intermedia di studio per la realizzazione degli affreschi.
Nella cosiddetta “Sala degli Evangelisti” è in mostra il Plastico della Cupola lauretana con bozzetti a tempera, olio e stucco della decorazione interna.
Loreto - Antico Tesoro della Santa Casa - Pomarancio - porzione di affresco staccato dalla cupola del Santuario - l'evangelista Giovanni


La “Sala degli Evangelisti” è così chiamata a causa della presenza di tre gigantesche figure degli evangelisti Marco, Luca e Giovanni, opera del pittore secentesco Cristoforo Roncalli, detto “il Pomarancio” (1552 - 1626); sono le parti superstiti degli affreschi staccati dalla Cupola e riportati su tela da Ottaviano Ottaviani tra il 1888 e il 1890, così come l’Angelo, immagine residua della perduta figura dell'evangelista Matteo, e l’immagine muliebre che simboleggia la Fede.
Essi erano stati eseguiti dal Pomarancio a decorazione della cupola della Basilica lauretana, tra il 1610 e il 1615.
Nel Museo Pinacoteca si trova anche la tela raffigurante “San Carlo Borromeo genuflesso davanti al crocefisso”, che il Pomarancio eseguì nel 1614 per l’omonima cappella laterale della Basilica.
Gli altri dipinti esposti, su tavola o su tela, sono quasi tutti a soggetto religioso e provengono dagli altari della Basilica. La maggior parte di essi è stata realizzata nella seconda metà del XVI secolo e sono opera di: Antonio da Faenza (Antonio Liberi da Faenza detto Mazzone; 1457 ca. – 1535), Francesco Menzocchi (1502 – 1574), Girolamo Muziano (1532 - 1592), Felice Damiani (1560 – 1608), Federico Zuccari (1542-43 – 1609).
Gli altri dipinti abbracciano un arco di tempo che va dal XVII al XX secolo e sono opera di: Guido Reni (1575 – 1642), Filippo Bellini, (1550 – 1604) pittore manierista urbinate allievo del conterraneo Barocci, Simon Vouet (1590 – 1649), Antonio Zanchi (1631 - 1722), Giuseppe Maria Crespi detto “lo Spagnolo” (1665 – 1747), Sebastiano Conca detto “Il Cavaliere” (1680 – 1764), Pier Francesco Foschi (1502 – 1567).
Della collezione fanno parte anche alcuni affreschi: oltre a quelli del Pomarancio, sono esposte opere di Pellegrino Tibaldi detto “il Pellegrini” (1527 – 1596).
Loreto - Antico Tesoro della Santa Casa - arazzo fiammingo su cartone di Raffaello

Nelle sale VII e VIII del Piano nobile sono esposti dieci arazzi fiamminghi, realizzati su cartoni o copia di cartoni del grande pittore urbinate Raffaello Sanzio (1483 – 1520) e ispirati ai testi biblici del Nuovo Testamento.
Nove di questi furono stati eseguiti a Bruxelles da Enrico Mattens nel 1620-1624 e donati al Santuario di Loreto dal genovese Giovanni Battista Pallavicino nel 1667.
Il decimo, di altra mano, ha per tema la “Madonna del Divino Amore, con Gesù Bambino, San Giovannino e Santa Elisabetta” e faceva parte di una diversa serie di arazzi sulla vita della Vergine commissionata dal vescovo di Liegi Érard de la Mark (noto anche come Eberhard von der Mark o Erardo della Marca; 1472 – 1538), sempre su modello di Raffaello. Fu donato al Santuario nel 1723 dal cardinale Pietro Ottoboni (1667 – 1740). I soggetti sono trattati con molta libertà rispetto al modello raffaellesco e con più dovizia di particolari esornativi.
Loreto - Antico Tesoro della Santa Casa - Lorenzo Lotto - Cristo e l'adultera - particolare

La raccolta di dipinti più ricca è quella delle opere di Lorenzo Lotto (1480-1557), pittore veneziano che chiuse i suoi giorni a Loreto quale oblato della Santa Casa, mettendo la sua arte al servizio del Santuario dal 1552 fino alla morte.
Le nove tele lottesche, fatta eccezione per il “S. Cristoforo tra i Santi Sebastiano e Rocco” e il “Combattimento tra la Fortezza e la Fortuna”, ornavano in antico il Coro della Basilica (l'attuale Cappella Spagnola), da dove furono rimosse nel 1853, per essere ora esposte nei locali sotto la volta a capriate in legno del Palazzo Apostolico, che costituiscono anch'esse un'opera d'arte, testimonianza delle capacità tecniche costruttive dell'epoca.
Loreto - Antico Tesoro della Santa Casa - Lorenzo Lotto - Presentazione di Gesu' al Tempio

Le tele di Lorenzo Lotto custodite nel Museo-Antico Tesoro sono:
“S. Cristoforo, S. Rocco e S. Sebastiano””;
“L'Arcangelo Michele e Lucifero”;
“L'Adorazione del Bambino”;
“Il Sacrificio di Melchisedek”;
“Cristo e l'Adultera”;
“Il Battesimo di Cristo”;
“L'Adorazione dei Magi”;
“La Forza che sconfigge la Fortuna”;
“La Presentazione di Gesù al tempio”, considerata l'ultimo capolavoro del Lotto, quasi il suo testamento artistico e spirituale.
Loreto - Antico Tesoro della Santa Casa - crocifisso del Giambologna - particolare

Nonostante le spoliazioni napoleoniche ed il furto sacrilego del , l'Antico Tesoro della Santa Casa conserva ancora nelle sale del Museo superbe opere di oreficeria, offerte dai fedeli al Santuario nel corso dei secoli.
Tra queste si evidenziano: un crocifisso in argento modellato dallo scultore fiammingo Jean de Boulogne, detto il Giambologna (1529 – 1608), donato nel 1573 dalla principessa Giovanna d'Austria (Johanna von Habsburg; 1547 – 1578), arciduchessa d'Austria, prima moglie del Granduca di Toscana Francesco I de' Medici (1541 – 1587); un crocifisso e quattro candelieri in rame dorato e corallo di un anonimo artigiano napoletano del XVII secolo; un crocifisso in oro, cristallo di rocca e smalti del XVII secolo.
Loreto – Museo Pinacoteca Antico Tesoro della Santa Casa - vaso in ceramica
Inoltre è esposta la collezione delle maioliche dell'antica spezieria della Santa Casa, giudicata una delle più prestigiose del genere, costituita da un primo nucleo di 350 esemplari, proveniente dalla bottega di Orazio Fontana (+1571), a cui si aggiunse, nel 1631, una collezione di vasi, composta da 111 pezzi, acquistati presso la bottega dei Patanazzi, tutti istoriati con fatti biblici e scene mitologiche ispirate alle “Metamorfosi” di Ovidio (43 a.C. – 18 d.C.), e alla storia greca, sicula e romana.
Una terza raccolta contiene esemplari vari acquistati nel corso degli anni, tra cui quattro “albarelli” di Francescantonio Saverio Grue (1686 – 1746).

Infine, sono esposte tre collezioni d'arte contemporanea.
La prima, realizzata in occasione del Settimo Centenario Lauretano (1994-1995), offre un'interpretazione attuale della traslazione della Santa Casa.
Alla seconda appartengono alcuni dipinti e sculture della mostra “L'immagine della Parola”, realizzate nell'Anno Giubilare 2000, che esprimono il significato delle parabole di Gesù nel mondo contemporaneo.
La terza collezione raccoglie dipinti di arte sacra ispirati al tema della “croce”, rivissuta dall'uomo del ventesimo secolo.

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