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Alla scoperta dei castelli di Arcevia ( AN ) ( 2 di 2 )


Il nostro giro alla scoperta dei nove castelli di Arcevia ( AN ) è iniziato dall' antica Rocca Contrada ed è continuato in senso orario con Caudino, Palazzo, S. Pietro in Musio, Nidastore fino a Loretello. Ovviamente il giro si può iniziare dove si preferisce, anche da quest' ultimo castello che risulta essere uno dei più incantevoli e suggestivi. Lo si raggiunge con un bivio dalla provinciale che collega Castelleone di Suasa ad Arcevia. Nella sua particolare struttura risaltano le mura, il torrione fortificato orientale, i camminamenti e soprattutto l' elegante rampa d' accesso occidentale. Nella piazzetta è presente la Chiesa di S. Giovanni Evangelista, recentemente restaurata. Di fronte, sopra la porta d' accesso, è  stata allestita una Raccolta di oggetti e strumenti della Civiltà Contadina; mentre nei pressi del camminamento porticato è presente il Museo Medievale e Africano.
Dopo aver visitato Loretello si seguono le indicazioni per Piticchio, la nostra prossima meta. Il percorso piega verso sud e procede in una vertiginosa discesa verso il Torrente Fenella, e poi bisogna faticosamente risalire il versante opposto, verso la frazione Ripalta. Bisogna procedere con attenzione perchè a volte la strada è disagevole, ma si viene ripagati dalla bellissima vista della campagna collinare anconetana. Prima di arrivare a Piticchio c' è un ultimo fossatello da superare. Anche questo nuovo castello arceviese si presenta intatto e maestoso, una vera sorpresa. Una poderosa cinta di mura lo circonda e racchiude il centro storico in un abbraccio difensivo. E' presente un' unica rampa d' accesso, preceduta da una porta monumentale ottocentesca; l' ingresso originale è poco oltre ed è rappresentato da questa porta a sesto acuto. Sempre nell' Ottocento vi è stata aggiunta questa torre con orologio.


Piticchio è uno dei castelli meglio conservati del territorio, dei più popolosi e legati alle proprie tradizioni. E' stato tra gli ultimi castelli ad entrare nella sfera d' influenza di Rocca Contrada, l' odierna Arcevia. Entrare e girovagare tra i vicoli di Piticchio è come fare un salto nel passato. Una moderna ed attenta ristrutturazione ha riportato all' antico splendore case, palazzi, chiesa, vie e camminamenti di ronda. Quest' ultimi sono particolarmente suggestivi perchè sono panoramici e permettono di ammirare le straordinarie colline e vallate circostanti. Degni di nota sono il settecentesco Palazzo Carletti Giampieri, con al suo interno un piccolo teatro neoclassico e la Chiesa di S. Sebastiano, al cui interno barocco sono collocati alcune tele di Giampaolo ed Ercole Ramazzani.
Con un breve tratto di strada in discesa si lascia Piticchio e si raggiunge l' ondulata provinciale per Serra de' Conti. Qui, poco prima di arrivare al bivio dell' importante centro calzaturiero, s' incontra il bel borgo di Montale. Antichi documenti ne attestano la proprietà del Vescovo di Senigallia fin  dal 1200. Questa durerà fino alla fine del secolo, poi diventerà dominio  di Arcevia, l' antica e bellicosa Rocca Contrada.




Il castello di Montale, come tutti gli altri fortilizi arceviesi, perde pian piano la caratteristica difensiva e si trasforma in un piccolo e caratteristico borgo murato marchigiano. Questo è posto sul vertice di una piccola collina ed è raccolto attorno ad una possente cintura muraria in laterizi. Edifici vari e palazzi sono stati innalzati sulle mura, aumentando il volume e lo slancio architettonico della struttura. La Chiesa dedicata a San Silvestro, edificata nel 1200 e ristrutturata in gran parte in epoca moderna, è incorporata nel lato sud delle mura. Il campanile ha preso il posto di un' antica torre di guardia. Anche il sobrio interno dell' edificio è stato recentemente restaurato. Al suo interno ci sono alcune interessanti opere pittoriche, quali il San Silvestro Papa dell' altare maggiore ed alcune belle tele attribuite a Giampaolo Ramazzani. A fianco della gradinata d' ingresso alla chiesa c' è l' accesso al piccolo e compatto nucleo storico di Montale, che conserva ancora l' antico impianto medievale.

La prossima meta del nostro giro del territorio arceviese ci porta al borgo castello di Castiglioni. Lo si raggiunge scendendo verso la Valle del Misa in direzione Serra de' Conti. Prima di arrivarci, bisogna deviare a destra, seguendo le indicazioni, per guadagnare la linea delle colline su cui sorge la nostra meta. Castiglioni è posto al confine con i comuni di Serra De' Conti e Montecarotto. Risale alla fine del XII secolo, anche se la struttura urbanistica e militare è databile al Quattrocento. La storia di questo castello anconetano è sempre stata tormentata: nonostante sia passato sotto il dominio di Rocca Contrada già dal 1208, a questa si ribellò più volte e fu sempre riconquistato con la forza.
Il borgo di Castiglioni sorge su un crinale, tra due strette vallate, ed assume la caratteristica forma allungata con la via principale che lo divide in due parti. Arrivando da Serra de' Conti si accede al paese da una scenografica rampa, attraverso una porta quattrocentesca, con a fianco una torr ingrandito e fortificatoe trasformata in campanile. Dal versante opposto si arriva su un ponte e poi una porta in stile neoclassico dell' Ottocento. Sulla piazza prospetta la facciata della Chiesa di S. Agata in arenaria, esistente fin dal Trecento. E' stata restaurata recentemente e, al suo interno, sono collocate belle tele, tra cui una del Ramazzani e la recente Cena di Emmaus di Bruno d' Arcevia. Dai suoi terrazzi belvedere si gode di un' ottima visuale sulla straordinaria campagna anconetana.
L' ultimo dei castelli dell' attuale Arcevia è Avacelli che, anticamente, difendeva il settore sud - occidentale del territorio comunale. Da Castiglioni lo si raggiunge risalendo il crinale verso la provinciale Arcevia - Serra S. Quirico. Questo castello sorge sul ripido versante di una collina, in una zona verde e molto suggestiva, al limite del Parco Naturale Gola della Rossa. In epoca medievale, Avacelli era al confine tra il Ducato longobardo di Spoleto e la Pentapoli bizantina. Nel XIII secolo entrò nei domini di Arcevia e fu ingrandito e fortificato; la delicata posizione strategica lo imponeva.
Il nucleo centrale dell' antico borgo di Avacelli e la cinta murata sono ben conservate e visibili. Si accede al castello oltrepassando un arco a sesto acuto. L' impianto dell' abitato è tipico medievale con abitazioni strette, vicoli, scalinate e mura trecentesche a difesa. Ai margini del pendio, sulla piazza principale del paese sorge la Chiesa di S. Lorenzo, la cui costruzione risale al Quattrocento. Questa è stata più volte rimaneggiata; l' esterno è semplice e disadorno, mentre l' interno offre pregevoli opere artistiche. La migliore e più nota è il Crocefisso in terracotta policroma, attribuita a Frà Mattia della Robbia. Merita una visita la romanica Chiesa di S. Ansovino del XI secolo, che sorge ai piedi di Avacelli, in un' appartata e selvaggia gola. Una tortuosa, ma panoramica strada, procede verso settentrione e Arcevia, concludendo l' uscita alla scoperta dei nove castelli di Arcevia.


                                                                        di William Tallevi


                                                             
                                 

                                                                                                                                                             
                                                                                                                                                           

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