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Sulla cresta montuosa tra Esanatoglia e Pioraco ( MC ) ( 1 di 2 )

Ci sono diverse ed interessanti creste montuose nei rilievi pre-appenninici del centro Marche. A parte quella del Monte S. Vicino non sono presenti grandi cime, ma non mancano gli spunti, naturalistici, ambientali, panoramici e storici. Fra queste spicca la lunga cresta montuosa che collega le città maceratesi di Esanatoglia e Pioraco e le rispettive vallate di Esino e Potenza. Le cime che la compongono si aggirano tutte sui 1.200 e sono i monti Gemmo, Tre Pizzi e Castel S. Maria, ma altre piccole vette senza nome si intercalano a queste. Un' escursione su queste cime è lunga, faticosa, ma tranquilla e non presenta pericoli di sorta.  La fotografia che la ritrae è stata ripresa dai Prati di Gagliole ( MC ).
Il punto di partenza per questa lunga e gratificante escursione è la radura dei Prati Piani, posta a metà della cresta montuosa. Questa è raggiungibile dalla strada che collega Esanatoglia a Fiuminata. Una volta arrivati al valico stradale, basta prendere la carrareccia  che sale a tornanti verso la nostra meta, nel versante orientale. Arrivati alla radura ci si trova di fronte ad un bivio; verso sinistra si sale verso i pascoli del Monte Gemmo, con di fronte i Tre Pizzi, mentre prendendo verso destra ci si volge verso il Monte Castel S. Maria. La strada poi discende verso la provinciale che collega Pioraco a Fiuminata. 
Quest' escursione è lunga ed ondulata e se non si ha a disposizione l' intera giornata è meglio dividerla in due uscite differenti. Nel caso che si scegliesse l' uscita unica, si può fare l' escursione di cresta, prima in un verso e poi nell' altro. Oppure si può optare per un' escursione con un percorso ad anello. I sentieri sono ben segnalati e non ci sono problemi di sorta, in quanto il procedere è a vista ed è difficile sbagliarsi. Lasciata l' automobile al bivio dei Prati Piani, di fronte alla tabella informativa con le indicazioni dei sentieri, si sale verso la sovrastante vetta del Monte Tre Pizzi. Conquistati i suoi 1254 metri si è arrivati al centro della nostra escursione. Nella fotografia è rappresentata la metà del percorso in direzione sud e di Monte Castel S. Maria.
Guardando verso nord si riesce a vedere la lontana vetta del monte Gemmo, ultimo rilievo della catena montuosa. Tra questo e i Tre Pizzi c' è un altro piccolo monticello denominato Pizzo Torto. E' questa una zona molto frequentata in estate dagli amanti del volo libero, grazie ai morbidi pendii erbosi e ai venti caldi che li risalgono. In inverno, invece, questi pendii isolati sono percorsi da correnti fredde da nord, con conseguenti precipitazioni nevose e piovose. Grazie a queste condizioni favorevoli questi pascoli hanno erbe molto rigogliose, una miriade di varietà di fiori e diverse zone boscate. Il Monte Gemmo risulta essere un paradiso anche per l' allevamento, grazie ai suoi verdissimi pascoli.
Scendendo dalla vetta dei Tre Pizzi si arriva ad una sella erbosa, dove s' incontrano tracce di carrareccie usate dai mezzi degli allevatori. Salendo al successivo rilievo del Pizzo Torto, si può godere della visuale intera dei Tre Pizzi e del lontano Monte Castel S. Maria. Si intuisce l' andamento altalenante dei rilievi con relative sellette. Questo percorso è molto amato dagli escursionisti in cerca di uscite tranquille, con giganteschi e varie panoramiche in tutte le direzioni.


Tra tanti rilievi morbidi e arrotondati ce ne sono alcuni anche rocciosi e dirupati verso la vallata, come quello rappresentato nella fotografia. Questo è situato poco prima dell' ultima ascesa verso la vetta del Monte Gemmo, il cui nome potrebbe derivare dall' antico umbro iamb - doppio o gemello. Il momento migliore per effettuare quest' escursione è sicuramente la primavera, quando c' è il risveglio generale della natura e con l' esplosione di fiori di vari generi e colori.



Essendo stretta ed allungata la cresta montuosa dei monti tra Esanatoglia e Pioraco è ricca di impareggiabili visioni panoramiche in ogni versante. A nord ovest ci sono i rilievi che chiudono l' alta valle del fiume Esino, a ovest la cresta dei monti Vermenone e Linguaro, che anticipano il Monte Pennino e gli Appennini e a sud i rilievi che circondano l' Altopiano di Montelago. Ma la visuale migliore è sulla sottostante vallata dell' Esino con le cittadine di Esanatoglia e Matelica, nella fotografia e la non lontana Castelraimondo.


Salendo all' ultimo rilievo dell' ondulata catena montuosa, il Monte Gemmo, il panorama s' allarga verso la sottostante val Esino. Si riconosce la bella e nobile cittadina di Esanatoglia e l' inizio della stretta valle da cui si origina l' Esino. Caratteristica e' la stretta e pendente frangia rocciosa che scende dal Monte Corsegno, a cui è abbarbicato l' Eremo di S. Cataldo, in alto a sinistra della fotografia.





Il Monte Gemmo si erge maestoso e isolato per tre quarti sulla lunga cresta. Essendo tondeggiante ed erboso si presta bene a tranquille riflessioni panoramiche sul territorio circostante. Dalla sua vetta, segnalata da questo rilevatore di agenti atmosferici, si riescono a vedere anche le lontane catene montuose del Catria e del Cucco. Più vicina e riconoscibile dal cono roccioso di vecchio vulcano è quella del Monte S. Vicino, rappresentata nella fotografia. Per il ritorno o si sceglie lo stesso percorso di vetta dell' andata o si può scendere ai pascoli sottostanti e alla carrareccia, che riporterà in breve ai Prati Piani della partenza.


                                                                  di William Tallevi


                                                             

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