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Alla scoperta dei castelli di Arcevia ( AN ) ( 1 di 2 )

Arcevia, l' antica Rocca Contrada, risulta essere uno dei più estesi comuni dell' entroterra anconetano. E' situata nella zona collinare della provincia a ridosso dei monti, in una zona  ricca di natura e storia. Il borgo diventa Comune all' inizio del 1200, conquista pian piano vasti territori e borghi murati, diventando ben presto una delle città più importanti della Marca. Essa si dota di nove castelli, tuttora visibili, a difesa del territorio comunale: Caudino, Palazzo, S. Pietro in Musio, Nidastore, Loretello, Piticchio, Montale, Castiglioni ed Avacelli. Questi piccoli castelli mantengono ancora oggi cinta muraria e l' assetto urbanistico medievale.
Arcevia sorge su un rilievo roccioso stretto ed allungato, tra la valle del Fiume Misa e i suoi affluenti, con  suoi castelli che le fanno da corona difensiva. Dopo aver visitato l' antica Rocca Contrada è interessante fare un giro alla loro scoperta. Scendendo nel versante settentrionale in direzione Pergola, il primo dei castelli che si incontra, su un cammino in senso orario, è Caudino. Questo fu costruito agli inizi del Trecento con le mura ristrutturare quasi un secolo dopo. La struttura è  tipica di un piccolo borgo castello medievale; si entra da una porta ad arco a tutto sesto sulla via principale. Qui vi si affacciano tutte le abitazioni, costruite in pietra calcarea e la Chiesa di S. Stefano.
Il castello di Caudino ha avuto il suo momento di fama quando, nei suoi pressi, fu combattuta una battaglia tra guelfi e ghibellini per il controllo del territorio. Scendendo da Caudino nella Valle del Fenella si arriva in breve al borgo castello di Palazzo. Questo sorge alle pendici del M. Caudino, e come il precedente castello è di origini trecentesche. Ha due porte d' ingresso ed una cinta di mura parzialmente conservata. Palazzo è uno dei castelli più popolosi di Arcevia ed uno dei più noti, grazie anche alla caratteristica struttura piramidale.

Il castello di Palazzo fu fondato dall' antica Rocca Contrada di conseguenza della scomparsa di due piccoli insediamenti urbani situati poco lontano. Grazie alla posizione strategica questo borgo castello controllava un bel tratto del territorio comunale. Era ben difeso da poderose mura, torrioni e porte fortificate; quella a sud più piccola e pedonale, quella a nord più spaziosa e carrabile. La disposizione delle case e dei palazzi stretti tra loro, comunicanti da vicoli e scalinate rimanda a motivazioni difensive in caso di attacco. Oggi giorno le abitazioni offrono scorci di panorami molto pregevoli sulle colline dell' entroterra anconetano. Sulla vetta della collina e del borgo si trova la Chiesa dei Santi Stefano e Settimio, costruita agli inizi del Settecento in stile barocco. Altri edifici religiosi sono: la Chiesa della Santissima Annunziata nella parte bassa del borgo e, appena fuori le mura, l' Oratorio di S. Venanzio. Di Palazzo è originaria la famiglia Vici, famosa per avere avuto dei componenti quali valenti architetti, molto operosi nel territorio regionale.


Il percorso ad anello dei castelli di Arcevia è abbastanza lungo e tormentato da salite, discese e curve, in quanto è situato tra le strette vallate del Fiume Misa. Conviene perciò fare tappe automobilistiche, intervallate da soste nei vari castelli. Da Palazzo, risalendo il versante sinistro del Torrente Fenella, si arriva dopo pochi chilometri ad un nuovo borgo castello; S. Pietro in Musio. Anche questo gode di un' elevata posizione panoramica, che gli ha sempre permetto un controllo efficace del territorio.


S. Pietro in Musio risulta arrivare dal lontano XIII secolo, anche se i resti che si possono vedere oggi, camminamenti di ronda e parte della cinta muraria, sono quattrocentesche. La piccola chiesetta parrocchiale dedicata a S. Pietro è stata ricostruita, dopo che l' originale era andata distrutta durante il secondo conflitto mondiale. E' stato restaurato recentemente tutto il piccolo borgo, con l' aggiunta esterna di un affresco del pittore locale Bruno d' Arcevia, raffigurante S. Pietro. Poco lontano, in direzione Loretello, è presente il Santuario della Madonna di Montevago, edificata nel 1571. All' interno è conservato un dipinto con Madonna con Bambino, come ringraziamento dagli abitanti del posto per lo scampato pericolo dalla peste.
Dopo aver visitato il piccolo borgo di S. Pietro in Musio, il nostro percorso alla scoperta dei castelli di Arcevia continua con Nidastore. Questo dista solo pochi chilometri e lo si raggiunge con la provinciale che scende verso Castelleone di Suasa, sullo spartiacque tra i bacini dei fiumi Cesano e Misa. Qui passa anche il confine tra le provincie di Pesaro ed Ancona. Il castello di Nidastore fu costruito verso il 1200 e deve il suo nome - Nido degli Astori - ai falchi che venivano usati nelle caccia durante il medio evo. Ma la sua storia è ancora più antica, facendo parte del territorio dell' antica città romana di Suasa.
Nidastore passa sotto il controllo del Vescovo di Fossombrone fino al 1431, quando gli abitanti del posto si ribellano ai soprusi del nipote di questi, decidendo di passare  sotto il controllo della non lontana Rocca Contrada. Nei secoli a venire furono molte le ribellioni verso questa cittadina e spesso venivano domate con il sangue. Una grossa cinta muraria fu edificata verso la fine del Quattrocento ed è ancora visibile in parte, anche se vennero prelevati molti mattoni per edificare abitazioni private. Nella piazza principale di Nidastore sorge la Chiesa di S. Sebastiano, ricostruita a metà dell' Ottocento. Appena fuori da borgo è presente la piccola Chiesa di S. Anna fuori le mura.
Il procedere tra i vari castelli arceviesi è gratificato dalla visuale su un ameno paesaggio rurale e dalla presenza di parecchio agriturismi e piccoli ristoranti. Dopo Nidastore il prossimo castello da visitare è quello di Loretello; questo è sicuramente uno dei castelli più belli e suggestivi della nostra uscita esplorativa. Questo castello risale al 1072 e fu costruito dai monaci di Fonte Avellana. Cominciò a prendere l' attuale forma verso il 1400, con cambiamenti e ricostruzioni nei secoli successivi. L' intera struttura è difesa da un imponente giro di mura in mattoni, con robusti torrioni agli angoli ed altri di rinforzo a metà lato.


                                                                          di William Tallevi


                                                                    

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