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Nuova BANCA MARCHE chiede la restituzione dei compensi ai vecchi amministratori



La nuova Banca Marche ha stilato la "black List" di coloro che avrebbero fatto fallire la Banca e causato il disastro ormai noto a tutti.
Dopo aver controllato le buste paga di ognuno di loro, ha chiesto al tribunale civile di riavere indietro quel denaro. 
Che, stando alla citazione civile firmata dagli avvocati Bonelli, Bonetta e Rumi, è stato pagato «...a fronte di prestazioni gravemente viziate dalle violazioni». In altre parole, si dice che «...le prestazioni di amministrazioni e sindaci, lungi dal creare valore per la banca, le hanno arrecato gravi danni in quanto si è trattato di prestazioni rese con inescusabili violazioni dei loro doveri, i compensi e bonus che gli amministratori hanno distribuito a sé stessi, ai sindaci e ai loro principali collaboratori vanno integralmente rimborsati alla banca».

La nuova Banca, quindi, guidata da Nicastro chiede agli ex dirigenti la restituzione dei soldi percepiti:
- All’ex direttore Massimo Bianconi chiede di riconsegnare 16.305.045 euro, percepiti in otto anni di direzione
- al vice Claudio dall’Aquila chiede di riconsegnare 2.436.695 euro, 
- a Leonardo Cavicchia chiede di dare indietro 3.294.818 euro, 
- al vice Stefano Vallesi chiede di ripagare 2.644.332 
- all’ex presidente Michele Ambrosini chiede indietro 935.638 euro
- all’altro ex presidente Lauro Costa chiede 986.012 euro, 
- a Bruno Brusciotti vengono richiesti 575.234 euro 
e via via tutti gli altri ex amministratori e sindaci revisori come indicato in tabella qui sotto.







La banca ha citato in giudizio 28 ex amministratori a cui ha chiesto di restituire bonus e stipendi perché immeritatamente presi per un totale di circa 36 MILIONI di EURO.

Inoltre, gli avvocati Bonelli and C. hanno fatto un lavoro certosino andando a spulciare le firme di ogni amministratore sotto i mutui, i leasing e i prestiti finiti in sofferenza.
Dalla loro analisi viene fuori, ad esempio, che l'ex direttore Massimo Bianconi ha concesso soldi senza garanzie per un’ammontare di 264 milioni, dell’Aquila 202 milioni, Cavicchia 69 milioni, Vallesi 264 milioni, Giorgi 156 milioni,  Ambrosini 200 milioni, Costa 255 milioni, Brusciotti 250 milioni. 
Anche D’Angelo, il sindaco revisore, avrebbe avallato 251 milioni senza garanzie. Di fronte a queste cifre iperboliche, gli stessi avvocati della banca hanno scritto che «...nessuno di loro è capace di risarcire queste somme per cui si chiede una provvisionale di 100 milioni».
Noi aggiungiamo che questi personaggi dovrebbero pagare a vita fino al risarcimento dell'ultimo centesimo.

Fonte: Resto del Carlino

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