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Escursione ad anello nella Ascoli Piceno romana e rinascimentale

Ascoli risulta essere la capitale del Piceno grazie all' importanza del sito e alla centralità nel territorio del suo antico popolo. I Piceni risultano essere la fusione di diverse genti di provenienze e culture diverse, che incominciarono a sentirsi un popolo durante l' Era del Ferro. Essi riuscirono a controllare un vasto territorio, a partire dal secolo IX a. C., tra Marche ed Abruzzo, fino allo scontro con l' espansionismo romano. Diversi furono gli scontri tra Piceni e Romani, la più risonante fu la ribellione di Ascoli del 269 a. C., ma, nonostante le sconfitte, Ascoli riuscì a conservare una certa indipendenza. Sotto il controllo romano la città venne fortificata con mura, porte, torri e ponti. Una facile camminata ad anello di alcuni chilometri attorno al perimetro esterno cittadino permette di scoprire le difese ascolane e scoprire scorci cittadini da un diverso punto di vista. Punto di partenza potrebbe essere il Ponte di Cecco, posto di fronte alla Fortezza Malatesta. Questo ponte romano, alto 25 metri sul sottostante Torrente Castellano, era l' accesso della Via Salaria da Est. Nella seconda metà del XIV secolo Galeotto Malatesta volle potenziare la difesa cittadina con l' edificazione di una possente fortezza. L' attuale aspetto è dovuto alla ricostruzione dopo le devastazioni belliche, mentre il nome del ponte deriva dalla leggenda che narra che esso fu costruito da Cecco d' Ascoli in una sola notte.
Ascoli Piceno, oltre alle fortificazioni romane, medievali e rinascimentali, è difesa molto bene dalla sua posizione naturale. E' infatti stata edificata in una piccola pianura alla confluenza tra il Torrente Castellano con il Fiume Tronto; Ascoli risulta essere circondata per tre quarti da vorticosi corsi d' acqua ed il Colle dell' Annunziata, con la Fortezza Pia, a chiudere il quarto lato. Il percorso, iniziato con il Ponte Cecco e la Fortezza Malatesta, si sposta in direzione antioraria verso il moderno Ponte Maggiore, principale via d' accesso alla città dal versante adriatico. Appena superato il ponte si prende a destra la piccola e tortuosa Via Ludovico Ariosto, che scende verso il sottostante Castellano. A metà via, un piccolo ponte permette di superare il corso d' acqua ed arrivare in breve alla confluenza con il Tronto. Poche centinaia di metri e si incontrano Ponte Vecchio e Ponte Nuovo, attraversato il quale si può fare una divagazione per visitare il Tempietto di S. Emidio alle Grotte e Porta Tufilla. Quest' ultima, con un breve tratto in salita, permette l' accesso nel centro storico ascolano. Porta Tufilla è così chiamata per via dello sperone di roccia tufacea dove è stata edificata originariamente. Deve il suo aspetto attuale, con una graziosa loggetta con colonne all' architetto ascolano Camillo Merli che la ricostruì a metà del Cinquecento.
Diverse sono le ipotesi sull' origine del nome Ascoli Piceno; secondo il poeta latino Silio Italico, tutto deriverebbe dalla popolazione greca dei Pelasgi comandata da re Aesis, che si insediò sull' attuale Colle dell' Annunziata. Dalla radice " As " del loro re deriverebbero i toponimi quali Ascoli, Aso, Jesi. Mentre per il termine Piceno si potrebbe pensare alla migrazione rituale della " primavera sacra " delle genti sabine. Queste erano solite seguire un picchio verde, uccello sacro a Marte, per nuovi insediamenti, da qui il nome Piceno. Il nostro percorso continua sul Lungo Tronto Emilio Bartolomei, dove s' incontra il complesso di S. Maria Intervineas, si supera l' ansa del fiume dove sorge S. Pietro in Castello e si arriva ben presto al Ponte Solestà. E' questi il secondo ponte romano della città, dopo il Ponte di Cecco. I Romani, per superare l' incassato alveo del Tronto furono costretti a realizzare un gigantesco ponte ad un' arcata, alto 25 metri e lungo 62. Ristrutturato nel 1939 è stato svuotato e creato un passaggio al suo interno. L' attuale Porta Solestà fu fatta costruire dal Podestà ascolano nel 1230. Dall' omonimo quartiere oltre ponte si può godere una bella panoramica sul centro storico di Ascoli Piceno e delle sue numerose torri.
Da Porta Solestà, continuando per Rua delle Stelle, si segue sempre il corso del Fiume Tronto tra verde e le diverse antiche e caratteristiche viuzze, le rue, che rendono unico questo quartiere ascolano. Arrivati a Piazza Cecco d' Ascoli, dove si incrocia Corso Mazzini, la via principale di Ascoli Piceno, s' incontra la Porta Romana o Gemina risalente al I secolo a. C., detta così per la doppia arcata. Essa è collegata con un grosso torrione merlato e la cinta delle mura medievali che salgono verso il sovrastante Colle dell' Annunziata. Un comodo e panoramico sentiero scalinato ne segue il percorso fino alla Fortezza Pia della vetta.
L' alternativa più facile per continuare il percorso ad anello del centro ascolano è seguire Via Dino Angelini e poi Via Francesco Ricci. Terminata la metà settentrionale del perimetro cittadino, bisogna salire al Colle dell' Annunziata e poi scendere nella valle del Castellano per concludere la parte meridionale. Appena iniziata la salita s' incontra, sulla destra, i resti del Teatro Romano. Questo fu riportato alla luce con i lavori tra il 1932 ed il 1959; è ancora oggi oggetto di scavo. Quel poco che resta, fu cava di materiali per costruzioni di mura e case, fa capire l' imponenza e l' importanza di questo complesso nel suo massimo splendore.
Il lungo e stretto rilievo che separa le vallate del Castellano e del Tronto era chiamato anticamente Colle Pelasgico ed ora Colle dell' Annunziata. Una bella strada panoramica, Via della Fortezza Pia, sale alla sua vetta; alternativa il sentiero delle mura medievali e le comode scalinate nel Parco della Rimembranza che tagliano i tornanti stradali e passano anche all' antico Convento dell' Annunziata, ora sede universitaria. Il cima al colle a dominare le due valli e la sottostante Ascoli si erige la Fortezza Pia. Questa fu fatta costruire da Papa Pio IV , per la difesa cittadina ed il controllo del territorio e deve il suo aspetto odierno ai Francesi che nel 1799 la smantellarono, dopo aver occupato la città.
Il Colle dell' Annunziata è uno dei posti più panoramici di Ascoli Piceno: si domina la città, il Monte dell' Ascensione, oltre la valle del Tronto e il Colle S. Marco, oltre la valle del Castellano. Guardando in basso, in direzione di quest' ultima vallata, si notano gli edifici che compongono la Cartiera Papale. Le sue origini risalgono al Medio Evo: antichi documenti testimoniano la presenza di mulini per macinare il grano già dal VIII secolo e poi la presenza di una piccola cartiera sin dal XIII secolo. Nel 1512, per volere di Papa Giulio Della Rovere, gli edifici vengono ristrutturati, ampliati ed assumono l' attuale struttura. L' acqua, prelevata a a monte grazie ad un sistema di canali e vasche, serve per azionare le pale delle macchine per la macina del grano, la produzione di carta ed il frantoio. Nelle sale della Cartiera è situato il Museo della Carta, dove sono esposte le ricostruzioni delle macchine utilizzate per la sua produzione. Un itinerario fatto di tabelle informative, video e suoni ricostruisce il tragitto dell' acqua all' interno della Cartiera raccontando le fasi della lavorazione e la sua storia.
Per concludere il nostro giro ad anello del perimetro cittadino di Ascoli, bisogna scendere dal Colle dell' Annunziata, o con la strada o con le gradinate verso il Castellano e Porta Cartara. Dopo una consigliata visita alla Cartiera Papale, si può fare il restante tragitto per completare il nostro percorso. Le possibilità sono due: o imboccando Via Lungo Castellano, che ben presto porta verso Porta Torricella, nella zona di Piazza Arringo, o imboccando Via Adriatico oltre il Castellano, una via più esterna, ma più panoramica. Da qui si riesce a godere di straordinari scenari cittadini, come il Colle dell' Annunziata con il suo Convento e la Fortezza Pia da cui siamo appena scesi.
Arrivati al quartiere Torricella, esternamente o internamente al Castellano, si può accedere al centro cittadino ascolano, attraverso un moderno ascensore dal parcheggio omonimo. Da questo lato della città si può godere del panorama delle cupole del Battistero, di S. Emidio e del suo Campanile. Continuando, internamente al Castellano, con Via Alcide De Gasperi, si arriva alla Fortezza Malatesta. Mentre esternamente la via è più lunga ed aggira un bel quartiere moderno, che riporta in Via Marconi , poi Viale indipendenza sul Ponte Maggiore e Ponte di Cecco, terminando così il nostro tragitto ad anello sul perimetro difensivo ascolano.

                                                                              

di William Tallevi















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