Header Ads

Il Parco dello Zolfo di Cabernardi ( AN )

Cabernardi è una piccola frazione di Sassoferrato nell' entroterra anconetano e la si raggiunge con la SP 48 che la collega con S. Lorenzo in Campo ( PU ). E' situata sulla linea delle colline che separano il Torrente Nevola, affluente del Fiume Misa e il Fiume Cesano ed è famosa per la sua antica miniera di zolfo. Grazie ad un attento lavoro di restauro è stato istituito un Parco dello Zolfo di Cabernardi e si possono visitare buona parte delle strutture di superficie, come l' ingegneristico pozzo Donegani qui rappresentato.









Tutto l' insieme del parco è inserito in uno splendido scenario naturale e la sua visita permette di attraversare i luoghi e gli impianti di estrazione dello zolfo, l' oro giallo di Cabernardi. Oltre ad uno dei due due pozzi di estrazione del materiale, nel parco sono presenti i resti della centrale a vapore ed i forni Gill, nella fotografia, i calcaroni, il piano inclinato per il traino dei vagoncini e la galleria di servizio.





Una volta estratto e portato in superficie dai due pozzi, il materiale zolforoso veniva veniva frantumato ed avviato ai due impianti dei forni. Ne esistono due: i calcaroni, rappresentato nella fotografia con due carrelli di trasporto ed i forni Gill. I primi erano il primitivo impianto dove il materiale veniva accumulato in grossi contenitori ad imbuto. Quindi veniva ricoperto di pietre per isolarlo, poi, grazie al calore prodotto dalla centrale a vapore, lo zolfo veniva estratto liquido e veniva subito compattato in gigantesche mattonelle da 50 chilogrammi. I forni Gill, più moderni, grazie a delle tettoie riuscivano ad evitare molta dispersione di calore ed il procedimento lavorativo avveniva più in fretta dei calcaroni.
A circa 500 metri dagli impianti della miniera, nel cuore del villaggio operaio di Cabernardi, è situato il Museo della Miniera. E' ospitato nelle aule della locale scuola elementare; attraverso fotografie e documenti, oggetti di lavoro quotidiani e reperti vari raccolti negli anni dagli ex operai è stato possibile creare un percorso espositivo che ricostruisce la storia di quello che è stato, per lunghi anni, la miniera di zolfo più grossa d' Europa. Nella fotografia un modellino ricostruisce l' insieme degli impianti che costituivano la miniera di Cabernardi. Sulla sinistra si riconosce il Pozzo Donegani, poi i forni Gill, i calcaroni al centro e il secondo e più antico dei due pozzi, ora scomparso.
Il percorso espositivo, all' interno del Museo della Miniera, inizia con un tragitto che simula una contorta galleria sotterranea con strumenti e situazioni della vita dei minatori. L' attività estrattiva ha costituito per circa un secolo l' elemento trainante dell' economia dell' intera area. Nel corso del tempo sono emerse diverse zolfanaie nella zona; l' ultima, nel 1850 grazie ad un allevatore che notava le sue mucche non gradire l' acqua di una sorgente per il cattivo odore, portò a perizie minerarie ed alla scoperta dello zolfo.
L' epoca d' oro della miniera di Cabernardi va dal 1886 al 1959 quando questa straordinaria epoca attirò forza lavoro, intelligenze, saperi tecnici e scientifici che, in poco tempo, trasformò un territorio prettamente agricolo nel più grande complesso estrattivo di zolfo europeo.La miniera ha rappresentato lavoro e ricchezza non solo per la popolazione di Cabernardi, ma anche per le le zone limitrofe. Tra le due guerre mondiali qui si creò una sorta di isola felice ed operosa in cui tutta l' economia della zona prosperava. Con l' aumentare degli operai crebbe anche il bisogno di abitazioni e strutture di servizi. Qui è rappresentato il circolo ricreativo, dove i minatori e le loro famiglie facevano feste, vedevano spettacoli e s' incontravano tra di loro.
Oltre alle abitazioni, la scuola, il circolo ricreativo ed una cooperativa per i servizi necessari alla comunità, Cabernardi ha pure la chiesa di S. Maria delle Spinelle per le esigenze religiose, nella piazza di S. Croce, centro cittadino. Al suo interno, sull' altare destro, è collocata la statua di S. Barbara, protettrice dei minatori. La frazione fu fondata da quattro fratelli: Bernardo,Crociano, Massimo e Martino. Da essi deriverebbero il nome di Cabernardi e delle altre frazioni Croce, Massa e Camartoni.



La società Montecatini, titolare delle concessioni dal 1917 al 1959, realizzò nuove abitazioni a Cabernardi e il villaggio dormitorio da Cantarino, nei pressi della seconda miniera della zona: Vallotica, qui rappresentato. Fu costruito nel 1917 assieme ad una fontana, un forno, gli orti, la scuola, la chiesa e il dopolavoro dei minatori. Inoltre ampliò e potenziò gli impianti estrattivi che raggiunsero i 1000 metri quadrati di estensione. La miniera si estendeva per 870 metri di profondità ed era su 27 livelli con 40 chilometri di gallerie. Aveva due pozzi di estrazione e due di collegamento.

Altro grosso impianto, ora quasi scomparso, era la Raffineria di Bellisio Solfare che concludeva il ciclo dello zolfo raffinandolo ulteriormente. Una grossa teleferica partiva da Cabernardi con attaccate le preziose mattonelle di zolfo per il fondovalle. Quindi il prodotto finito era spedito attraverso il servizio della linea ferroviaria Pergola - Fabriano. Dopo un grosso sciopero nel 1952, per impedire la chiusura della miniera, questa avvenne nel 1959. La causa fu l' impoverimento del bacino e la scarsa concorrenzialità per le tecniche vecchie e costose, che portarono i minatori ad emigrare verso altre miniere.










                                                            di William Tallevi





                                                                   

Nessun commento

Cosa ne pensi? Lascia il tuo commento!

© The Marche Experience 2014 -. Powered by Blogger.