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SHAKEmovie: Terremoto del 18 Gennaio 2017

SHAKEmovie: Animazione della propagazione sulla superficie terrestre delle onde sismiche generate dal terremoto di Mw 5.5 delle ore 11:14 del 18 gennaio 2017 che ha coinvolto l'Italia Centrale con epicentro a Capitignano (AQ).

18 gennaio 2017 - 19:00: 4 eventi di Magnitudo Momento superiore o uguale a 5 hanno colpito tra le 10:25 e le 14:33 (rispettivamente con Mw 5.1, 5.5, 5.4, 5.0) interessando la regione tra Amatrice e L'Aquila.
L'animazione riguarda il terremoto più forte tra questi avvenuto alle 11:14 di Mw 5.5 (http://cnt.rm.ingv.it/event/12697591)

Le onde di colore blu indicano che il suolo si sta muovendo velocemente verso il basso, quelle di colore rosso indicano che il suolo si sta muovendo verso l'alto.
Ogni secondo dell'animazione rappresenta un secondo in tempo reale. Sono i primi 60 secondi a partire dall'origine dell'evento sismico.

Non si tratta di un'animazione artistica, ma della soluzione delle equazioni che descrivono il processo di propagazione.
La velocità e l'ampiezza delle onde sismiche dipendono dalle caratteristiche della sorgente sisimica, dal tipo di suolo che attraversano e anche dalla topografia. Esse, quindi, NON SI PROPAGANO IN MANIERA UNIFORME nello spazio e luoghi posti alla stessa distanza dall'epicentro risentono del terremoto in maniera completamente diversa.

La scala dei colori rappresenta la velocità verticale ed è 10 volte più piccole della scale utilizzata per il terremoto di magnitudo Mw 6.5 avvenuto il 30 ottobre 2016 in Italia Centrale. 





L'animazione è generata attraverso questa procedura:

1) le onde sismiche sono registrate dei sismometri della rete nazionale sismica dell'INGV e vengono analizzati per determinare i parametri fondamentali del terremoto come epicentro, tempo origine, magnitudo. Per i terremoti con magnitudo superiore a 3.5 viene calcolato anche il tensore momento (http://cnt.rm.ingv.it/tdmt.html) che è una descrizione matematica delle forze in gioco sulla faglia che ha generato l'evento.

2) viene costruito un modello tridimensionale della regione interessata che include complessità geologiche come la moho e la presenza di suoli soffici (come i sedimenti alluvionali della Pianura Padana e di alcuni bacini appenninici).

3) utilizzando il modello 3D ed il tensore momento, viene simulata la propagazione delle onde sismiche tenengo conto della risposta sismica locale come l'amplificazione delle onde nei bacini alluvionali (terreni soffici) e l'aumento di velocità delle onde in terreni rocciosi.
Le equazioni sono risolte attraverso il software SPECFEM3D (Peter et al. 2011, www.geodynamics.org), al cui sviluppo collaborano ricercatori INGV.

4) i sismogrammi e l'evoluzione dei valori della velocità del suolo sulla superficie terrestre sono salvati e visualizzati attraverso Paraview (www.paraview.org)

Questo tipo di simulazioni è possibile solo recentemente, da quando sono disponibili supercomputer che permettono di eseguire calcoli in parallelo. Per questa simulazione (relativamente piccola) sono stati utilizzati 150 processori, per un totale di 6000 minuti di tempo calcolo e 256 GB di memoria.
Le analisi della differenze tra i sismogrammi prodotti da queste simulazioni e quelli misurati in realtà offrono informazioni cruciali non solo per la determinazione della sorgente sismica e delle caratteristiche del sottosuolo ma anche per la previsione dello scuotimento del suolo prodotto da ipotetici eventi sismici.


Dettaglio tecnico:
per ridurre i tempi di calcolo e viste le limitate conoscenze attuali dei dettagli del sottosuolo, la simulazione in questa animazione è relativamente "a bassa frequenza", visualizza cioè le frequenze delle onde fino a 0.5 Hz. Questo significa che il fronte d'onda "vede" oggetti delle dimensioni di 2/4 km. La risposta sismica locale è quindi limitata agli effetti di strutture geologiche di queste dimensioni. Aumentando il contenuto in frequenze, si evidenzierebbero dettagli più piccoli e, ad esempio, l'amplificazione dovuta ai sedimenti.

Credits: INGV, Emanuele Casarotti, Federica Magnoni, INGV HPC seismological group, progetto PRIN SHAKEnetworks

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