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Sullo spartiacque della catena montuosa dei Sibillini: da Forca di Presta al Rifugio Zilioli ( 1 di 5 )



Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini è lo spazio verde tutelato più grande della regione con una superficie di circa 70.000 ettari divisi in tre provincie: Ascoli Piceno, Macerata e Perugia e due regioni: Marche ed Umbria. I Sibillini sono una delle catene montuose appenniniche più importanti della penisola dalla Liguria alla Calabria, per gli aspetti geologici, naturalistici ed ambientali. Mentre dalla parte adriatica degradano dolcemente in colline, sul versante umbro si alternano monti ed altopiani. Cuore del massiccio e settore più visitato del parco è l' anfiteatro di vette, compreso il Vettore massima cima, che racchiudono la selvaggia e bellissima valle del Lago di Pilato. Il lunghissimo e spettacolare spartiacque della catena montuosa, che in un tratto è pure confine regionale, comincia da Forca di Presta e termina ad Acquacanina ( MC ). Nella fotografia il Monte Vettore visto dalla frazione Pretare, sulla strada che porta al passo.
Forca di Presta, nella fotografia, è il valico, a 1536 metri di quota, della strada che sale da Arquata del Tronto ( AP ) e valle del fiume Tronto e scende poi in Umbria nel Piano Grande di Castelluccio di Norcia ( PG ). Questa è una delle porte del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, perchè oltre all'altopiano umbro, si può accedere alle vette e bellezze delle cime del Vettore e relative creste e poi scendere nella valle del Lago di Pilato, unico bacino lacustre marchigiano di origine naturale, ricco di fascino e mistero. Inizia qui, con una lunga e ripida salita, l' accesso alle vette spartiacque della catena montuosa dei Sibillini.
Il Monte Vettore è la cima più alta dei Sibillini e delle Marche con i suoi 2476 metri ed il sentiero n° 101 che parte da Forca di Presta è il più diretto per la cima. Sono comunque 940 metri di dislivello e 2 ore e trenta, tre ore di cammino, in quanto il percorso è abbastanza ripido, ma non pericoloso; sale con diversi tornanti che sono utili per cambiare visione suoi panorami a sud o a ovest. Nella fotografia visione verso Ascoli Piceno ed il Monte Ceresa al centro, con alle spalle il Monte dell' Ascensione e la Montagna dei Fiori. Questo sentiero è' molto frequentato, soprattutto d' estate, da escursionisti vari che, oltre al Vettore, scendono al Lago di Pilato o fanno il giro delle creste sullo spartiacque occidentale. Il terreno è erboso e la traccia del percorso ghiaioso ed è consigliato di non cambiare itinerario o tagliare i tornanti per non rovinare il delicato versante, che altrimenti rischierebbe di degradarsi facilmente.
Salendo a tornanti verso il Monte Vettoretto e prima della lunga e ripida tirata del Rifugio Zilioli, che appare lontanissimo, lo sguardo scende su un primo tratto del Piano Grande di Castelluccio di Norcia ( PG ), con i lontani monti che chiudono l' altopiano. Da Forca di Presta e poi per tutta la cresta delle varie cime che compongono il Redentore, ed il Monte Argentella con il Passo Borghese, passa il confine con la Regione Umbra. Gli altopiani in realtà sono tre perchè, oltre al Grande, ci sono il Piccolo e quello Perduto: fanno parte del bacino di un antichissimo ed enorme lago che sì è prosciugato per effetto di fenomeni carsici, lasciando estese pianure e solo due rilievi al centro di esso: Monte Guaidone e la Rotonda. Lo sfruttamento enorme del passato ha quasi esaurito il rivestimento arboreo, di cui ne restano solo poche tracce, lasciando il terreno erboso utile a coltivazioni varie, ma soprattutto lenticchie, di cui Castelluccio, unico centro abitato, è famoso in tutta Italia.
L' ultimo tratto di percorso, prima dell' arrivo al Rifugio Zilioli, è abbastanza faticoso, sia per la pendenza, che per il fondo a scaglie di pietra, che fanno spesso scivolare che per la distanza percorsa. In un curvone, a metà della salita, è situata una vecchia croce in ferro per ricordare l' alpinista ascolano Tito Zilioli, qui morto nel lontano inverno del 1961. Il CAI di Ascoli Piceno ha voluto ricordarne la memoria intitolandogli il rifugio posto nei pressi della Sella delle Ciaule. Con i suoi 2238 sul livello del mare, questo è il rifugio più alto dei Sibillini e delle Marche. Ha una piccola parte ad uso libero ed una che si può prenotare direttamente al CAI ascolano, per un totale di una dozzina di posti. Nella fotografia il rifugio è al cospetto di sua maestà Monte Vettore.
Il Rifugio Zilioli, purtroppo, è stato al centro di diversi casi di vandalismo e si trova in uno stato di un certo degrado, aggravato nei mesi estivi dall' abbandono di rifiuti da una parte dei numerosi escursionisti, con poco senso civico. Nonostante tutto è sempre lì a far base di partenza per le tappe più impegnative e straordinarie del Parco Nazionale dei Monti Sibillini; dal giro delle creste verso il versante umbro, la salita alla vetta del Vettore o la discesa allo straordinario Lago di Pilato, con la sua valle incantata. Dopo un breve riposo al rifugio, si riparte, magari in compagnia di uno dei numerosi trekker presenti sui sentieri.
Dopo la breve sosta al Rifugio Zilioli, quasi al culmine della grande spianata della Sella delle Ciaule, inizia la salita al giro delle creste del versante occidentale del semicerchio della valle glaciale del Lago di Pilato. Le prime vette sono la Cima del Lago e quindi quella del Redentore, rispettivamente di 2422 e 2448 metri sul livello del mare. Il sentiero ripido e pietroso rendono faticosa l' ascesa, ma il panorama che s' allarga sempre più non fa sentire la stanchezza. Sono queste cime tormentate da stratificazioni ed erosioni atmosferiche estreme, con ripidi ghiaioni e strapiombi vertiginosi. Camminarci sopra sembra di stare in equilibrio sulle montagne russe poco sotto il cielo.
Quasi al culmine della prima vetta, un' occhiata alla strada fatta fa rendere conto di quanto si sia saliti; piccolo, al centro della vallata, la base di partenza dal Rifugio Zilioli. Dietro, maestoso, incombe la grande mole del Monte Vettore, signore dei Sibillini dall' alto dei suoi 2476 metri. Quelle incisioni curve sui suoi pendii sono gli inizi dei canali di scorrimento delle acque, che poi precipitano nell' imbuto sopra il Lago di Pilato, alimentandolo.




Punta di Prato Pulito, a 2373 metri sul livello del mare, è la prima delle varie cime che compongono la lunga ed altalenante cresta del Redentore. Prima di incominciare ad affrontarle una ad una, meglio un attimo di sosta a riprendere fiato e dare un' occhiata alla strada fatta fino a quel momento. Il panorama della fotografia riprende la lontana Forca di Presta, tutti i piccoli rilievi del versante umbro del Redentore, con dietro quelli che aggirano e contengono i vari piani di Castelluccio di Norcia ( PG ). Al centro la Macera della Morte e dietro gli altri Monti della Laga.



                                                                   di William Tallevi


                                                            
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