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Il Parco Archeologico di Sentinum ( AN ) e la Battaglia delle Nazioni


Nei pressi dell' incrocio della SP 360, che scende da Scheggia e della SP 16, che arriva da Fabriano, è collocato il Parco Archeologico di Sentinum, a circa due chilometri da Sassoferrato . Al suo interno sono diverse le evidenze archeologiche, sia edilizie che stradali, dell' antica città romana di Sentinum in un contesto naturale molto ben definito con molti prati e alberature. La zona è situata poco prima della confluenza tra il fiume Sentino e il torrente Marena. Il nome Sentinum indicava sia la città che il fiume che le scorre accanto e si crede che questa debba il nome al suo corso d' acqua. Le piante degli edifici presenti e le squadrate vie che li dividevano e collegavano sono sufficienti per avere un' idea dell' edilizia e dell' impianto urbanistico della città romana di Sentinum. Nella fotografia è rappresentato il grande complesso di Terme extra urbane di S. Lucia, con l' edificio religioso trasformato in Centro Visite.
La città di Sentinum venne edificata dai romani in una tranquilla zona di pianura, estesa circa per quindici ettari, per usufruire della posizione strategica ai passi appenninici, commerci e comunicazione con le altre genti italiche del centro Italia. Questa città apparteneva alla Regio VI dell' età augustea e veniva considerata Umbria. Ma il suo nome è passato alla storia, grazie a Tito Livio, per essere stato il luogo più vicino al campo della Battaglia delle Nazioni. In questo famoso scontro, avvenuto nel 295 a. C., i Romani e i loro alleati Piceni, sconfissero in una dura battaglia una lega formata da Galli Senoni, Sanniti, Umbri ed. Etruschi. La città ebbe il massimo sviluppo fino al II secolo d. C., poi iniziò una lenta decadenza, fino all' abbandono definitivo al tempo della calata dei barbari. Molto materiale lapideo venne utilizzato per costruire una nuova e più sicura città su un' altura poco distante; l' attuale Sassoferrato. L' attuale Parco Archeologico è diviso in due realtà architettoniche poco distanti: una in zona S. Lucia e una in località Civita. Questa fotografia rappresenta l' Atrio delle Terme extra urbane, dove le persone si cambiavano e si indirizzavano alle vasche, sale e palestre desiderate, seguente il percorso colonnato.
Le varie devastazioni e l' abbandono nel corso del tempo fecero quasi scomparire la vecchia città romana di Sentinum e solo alla fine del secolo scorso, con la costruzione della ferrovia Fabriano - Pergola, tornarono alla luce gli attuali resti archeologici. In zona S. Lucia le terme interessavano anche i viandanti ed erano divise anche per sessi. Erano presenti gli ambienti tipici: calidaria, tepidaria, frigidaria, oltre a vasche per nuotare e palestra per le attività ginniche. Ancora misteriosa è la funzione di un grosso ambiente circolare. Tutti i vari reperti più importanti ritrovati nelle numerose campagne di scavo sono ora collocati nell' interessante Museo Archeologico di Sassoferrato.
L' itinerario di visita al Parco Archeologico di Sentinum inizia alla frazione S. Lucia perchè è presente un bel centro visite, con possibilità di percorsi con guida, libri di storia e archeologia, depliants. Sono presenti diverse sale con tabelle informative che spiegano in modo esaudiente tutto quello che c' è di interessante da sapere sul sito archeologico. Una breve e rilassante passeggiata su un percorso di circa trecento metri porta alla seconda realtà archeologica; i resti delle Terme in frazione Civita e i tratti del Cardine e Decumano di Sentinum. Appena superato l' ingresso, lo sguardo corre dai resti dell' antica città romana al profilo dell' attuale Sassoferrato che si delinea all' orizzonte in una posizione più protetta e panoramica. Anche in questo settore cittadino i vari ambienti erano adibiti a terme, questa volta privati di una ricca famiglia patrizia. In evidenza il locale del Calidaria, riconoscibile dai mattoni messi in colonna per sostenere il pavimento sotto il quale veniva fatto circolare vapori e fumi.
La rete stradale cittadina risulta formata da due cardi, denominati A e B, e da tre decumani incrociati tra loro. Alcuni tratti sono stati recuperati e resi visibili; si riesce a vedere anche le tracce dell' usura delle ruote dei carri sulle candide pietre poligonali di calcare duro. Lungo il decumano B è stata fatta un' interessante scoperta; un complesso formato da alcuni ambienti arricchiti da mosaici, denominato l' Insula del Pozzo. Altro importante ritrovamento, alla fine della via della fotografia, due ambienti riconosciuti come fonderia. Alcuni reperti ritrovati sono simili ai celebri Bronzi Dorati di Pergola e fanno credere che essi sian stati forse, o in parte, realizzati qui.






Gli scavi alle due parti staccate del Parco Archeologico di Sentinum, Civita e S. Lucia, sono per il momento fermi, ma c' è da credere che, appena si presentassero le condizioni buone, potrebbero venire alla luce altri importanti reperti. La visita al Parco si potrebbe continuare all' interessante Museo Archeologico di Sassoferrato, dove in una bella sede storica, sono presentati moltissimi reperti ritrovati nel territorio comunale e soprattutto quelli rinvenuti nell' antica Sentinum. Sono presenti arredi architettonici, lapidi, urne, monete, gioielli, utensili vari che raccontano la vita dei nostri predecessori. Ci sono pure alcuni mosaici, ricostruiti in loco, provenienti dai vari ambienti termali. Purtroppo quello più bello e rappresentativo è attualmente in un museo della Germania. Infine un' intera sala è dedicata a un gigantesco modellino del territorio sentinese con la ricostruzione in plastico della Battaglia delle Nazioni, corredato da quattro postazioni multimediali per approfondimenti.
La zona dell' attuale Sassoferrato è stata interessata da diversi scontri bellici nel passato: oltre la famosa Battaglia delle Nazioni, ci fu lo scontro del Bellum Perusinum, dove si scontrarono le fazioni di Marco Antonio e Ottaviano. Infine fu la volta, nel 552, dello scontro bellico tra gli eserciti del bizantino Narsete e del gotico Totila. La battaglia più importante dal vista storico e degli sviluppi sociali futuri fu sicuramente quella delle Nazioni o del Sentinum. Questa avvenne nel 295 a. C. e fu raccontata dallo storico Tito Livio in uno scritto trecento anni dopo la sua avvenuta. Dopo aver conquistato grandi territori del settentrione, i Romani incominciavano a far sentire la loro pressione anche verso i popoli del centro Italia. Inevitabile fu lo scontro con gli Etruschi, Umbri, Galli Senoni e Sanniti che, per non venire sopraffatti singolarmente si unirono in una lega italica. I Piceni si unirono ai Romani, più che per convinzione per antagonismo verso i popoli delle altre nazioni italiche. Uno sbaglio politico che avrebbero pagato in seguito con diverse guerre con i Romani e successiva deportazione. Comunque in questa battaglia i Piceni erano quarantamila, una componente importante dello schieramento romano.
La lega italica si presentò con un grosso schieramento di mezzi e di uomini a circa sei chilometri dall' attuale Sassoferrato per lo scontro decisivo con i Romani. I consoli Fabio Rulliano e Decio Mure, a capo delle legioni romane, capendo di essere in difficoltà, mandarono degli uomini ad attaccare città umbre ed etrusche, riscendo ad allontanare e dividere la lega italica. Rimasero i Galli Senoni e i Sanniti; nello scontro iniziale ci fu un certo equilibrio di forze, poi pian piano i Romani si trovarono in difficoltà. Tito Livio racconta che il console Decio Mure, per invertire la sorte della battaglia, si lanciò da solo a cavallo contro il nemico con un attacco suicida, dopo un sacrificio rituale, per scuotere i suoi uomini e farli ritornare a combattere in modo vigoroso e vincente. Il suo sacrificio non fu vano; i Romani riuscirono a vincere, lasciando sul terreno venticinquemila nemici uccisi e ottomila prigionieri. Decio Mure si comportò esattamente come suo padre, in una precedente scontro della guerra latina; la Battaglia del Vesuvio.
La grande importanza storica e di sviluppo sociale moderno della Battaglia delle Nazioni ha portato alla rievocazione storica della medesima da parte dell' Associazione Ad Pugnam Parati. Questa, riunendo gruppi storici di gran parte d' Italia, enti locali e vari sponsor, ha dato il via ad una fedele rappresentazione storica e tattica del famoso scontro tra Romani e nazioni italiche. Sono state coinvolte centinaia di persone come figuranti e miglia di persone come spettatori; un grande affresco storico che speriamo continui anche in futuro, coinvolgendo sempre di più marchigiani e non.



                                                                      di William Tallevi


                                                           

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