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Marche Di Wine - di Enzo Torelli - 2

Foto e Immagini © Enzo Torelli / The Marche Experience
E' Vietata la Riproduzione del Testo e delle Immagini senza Autorizzazione dell'Autore

Marche DiWine 

Viaggio alla scoperta della viticoltura Marchigiana. 

A Cura di Enzo Torelli

https://www.facebook.com/Enzo-Torelli-Photography-1478928705745432/?fref=tsNelle terre del (Rosso) Conero.
Conero, dal Greco Kòmaros, corbezzolo.
E' questa l'ipotesi più accreditata sull'etimologia del termine. Infatti sul Monte Conero, detto appunto
monte dei corbezzoli, cresce rigogliosamente questo albero che produce piccoli e golosi frutti rossi.
Il promontorio del Conero è un Paradiso naturale che prende il nome dall'omonimo monte, alto 572 metri slm, ed è l'unico tratto di costa rocciosa calcarea a picco sul mare lungo tutta la costa adriatica da Trieste al Gargano.
Un'area talmente bella e preziosa dal punto di vista naturalistico, che negli anni '80 si decise di istituire il Parco Regionale del Conero per la sua salvaguardia e valorizzazione.
E' proprio qui che il Montepulciano ha trovato le condizioni ideali per esprimersi al meglio regalandoci dei vini unici.
Piuttosto singolare il fatto che a ridosso del mare si coltivi quasi esclusivamente quest'uva a bacca rossa mentre spostandoci verso l'interno troviamo il bianco per eccellenza, Il Verdicchio. Un paradosso spiegato in parte dalle caratteristiche di adattabilità di due vitigni 'esigenti', ed in parte anche dalla leggenda. Si narra infatti che i pescatori un tempo rimanessero in mare anche per più giorni e quindi avessero bisogno di un vino che desse loro forza e che si conservasse bene.

Per questa ragione si preferiva coltivare il Montepulciano che tra l'altro produceva anche ottime rese.
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Ma le origini storiche della coltivazione della vite nella zona del Conero sono in realtà molto antiche, infatti i Greci Siracusani, che fondarono la città di Ancona nel 387 a.c., lasciarono evidenti tracce di viticoltura ed in quel periodo avviarono fiorenti traffici con la Grecia.
Quindi all'arrivo dei Romani nel 268 a.c. la viticoltura era già fiorente e lo stesso Plinio il Vecchio loda i vini di Ancona, infatti afferma che "sul mare Adriatico si può citare, fra gli altri, il vino “Pretoriano” prodotto nella zona di Ancona”.
Anche il geografo e storico greco Strabone li definisce eccellenti e vellutati, e ancora, Apicio Marco Gavio, personaggio romano di arte culinaria, ricorda un vino “anconetanum”, rosso e piuttosto corposo.
Dicevamo del Montepulciano appunto, vitigno italico a bacca nera, un tempo confuso con il Sangiovese grosso della Toscana, ma che presenta invece una sua precisa identità ed è noto anche con il sinonimo di 'Cordisco'. E' molto diffuso in Abruzzo e in parte delle Marche, soprattutto nella provincia di Ascoli Piceno e nella zona del Conero appunto.
Predilige ambienti caldi e asciutti ed esposizioni soleggiate,come offre il territorio delimitato, per garantire una buona e regolare maturazione dell’uva.
Viene allevato prevalentemente a Guyot, preferibile al cordone speronato per gestirne meglio la vigoria. Inoltre, germoglia tardivamente e ciò consente ad esso di sfuggire ai danni che le gelate primaverili possono arrecare alla vite.
L’insieme delle caratteristiche varietali e le condizioni pedoclimatiche consentono a quest’area vitata, protetta dai venti freddi provenienti da nord e dallo stesso Conero, mt 572 s.l.m., di produrre uve sane, mature e di alto contenuto zuccherino.
https://www.facebook.com/Enzo-Torelli-Photography-1478928705745432/?fref=tsLa Doc Rosso Conero risale al lontano 1967, anno in cui, grazie alla lungimiranza di alcuni produttori, si iniziò a produrre questo vino.
Negli anni la sua fama è cresciuta di pari passo alla sua qualità, ormai i produttori e gli enologi, che hanno imparato a conoscere le esigenze e le qualità di questo grande vitigno, riescono a trarre da esso il meglio, ben consci che le difficoltà nella vinificazione di un vitigno sicuramente non semplice, vengono ripagate da un ottimo prodotto.
Vitigno dotato sicuramente di grande struttura, ha nell'alta componente tannica una delle sue caratteristiche principali, così come una forte carica antocianica che si traduce, anche grazie alle lunghe macerazioni, in un colore rosso rubino profondo ed impenetrabile.
La difficoltà più grande per la vinificazione sta sicuramente nella gestione dei tannini, presenti in grande quantità, e che necessitano spesso di affinamento in legno proprio per levigarne ed 'addolcirne' la caratteristica astringenza. Da disciplinare è consentito, proprio a tal fine, di 'tagliare' il Montepulciano con una percentuale non superiore al 15% di Sangiovese, vitigno sicuramente più morbido, che va ad equilibrare la sua grande tannicità.
Ma sono sempre di più i produttori, soprattutto dall'importante riconoscimento della Docg Conero Riserva risalente al 2004, a preferire la vinificazione in purezza del Montepulciano per esaltarne al massimo le sue caratteristiche.
https://www.facebook.com/Enzo-Torelli-Photography-1478928705745432/?fref=ts La Riserva può essere immessa sul mercato dopo 24 mesi dalla vendemmia, periodo in cui per la maggior parte del tempo viene lasciato maturare in grandi botti di rovere e/o barrique, poi si passa all'affinamento in bottiglia, che può durare anche diversi anni.
Parliamo infatti di un vino abbastanza longevo, che può essere consumato nei primi 2-3 anni o anche più nella versione Rosso Conero Doc, ma se passiamo alla Docg Conero Riserva, l'invecchiamento può superare tranquillamente i dieci anni.
Il colore passa dal rosso rubino con sfumature violacee ad una tendenza al granato, i profumi di frutti rossi quali amarena e prugna e di fiori come la viola, con l'evoluzione in bottiglia virano nel tempo verso una frutta sempre più matura, i frutti di bosco, i fiori appassiti, e si arricchiscono di bellissime note speziate e di tostato date dall'affinamento in legno, nonché di eleganti note balsamiche.
E' un vino di corpo e con una grande struttura, in cui la durezza del tannino viene equilibrata da una buona morbidezza, e la discreta alcolicità viene bilanciata da una spalla acida indispensabile a sorreggere il vino nel tempo.
Gli abbinamenti migliori sono sicuramente piatti di carne piuttosto elaborati, meglio se di selvaggina, ma anche carni rosse grigliate, salumi e formaggi stagionati.
Abbiamo parlato dunque di un grande vino rosso, perfettamente inserito con i suoi vigneti nel contesto naturalistico da cui proviene...un motivo in più quindi per visitare il Parco del Conero e le sue bellezze, una perla delle Marche.


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