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Sul crinale sistino tra Grottammare ( AP ) e Montalto delle Marche


Le molte vallate marchigiane, che scendono perpendicolari ai monti in direzione dell’ Adriatico, hanno molte bellezze storiche, artistiche e naturalistiche da proporre ad un turismo attento e moderno. Storie, culture e tradizioni legano i vari antichi centri storici, presenti soprattutto sui crinali, come il caso del fiume Tesino con il crinale sistino. Questo percorso collinare parte dalla stupenda Grottammare, attraversa l’ antica Ripatransone, tocca Cossignano, l’ ombelico del Piceno e termina a Montalto delle Marche, per una lunghezza di circa 32 chilometri. Questi luoghi sono collegati alle origini ed alla vita del grande Papa Sisto V, nato a Grottammare il 13 dicembre 1521 e trasferitosi, dopo pochi anni, a Montalto delle Marche, da cui aveva origine la sua famiglia. L’ influenza nella storia e nella spiritualità di questo grande uomo è ben rappresentata nei vari musei sistini presenti nei borghi attraversati.




Grottammare, la tappa iniziale del nostro percorso sistino, è stata abitata dai Piceni come dimostra il ritrovamento di una vasta necropoli dei secoli IX – IV a. C.  Sul punto più alto del rilievo cittadino, a 170 metri d’ altezza, si è poi sviluppato un nucleo fortificato, sotto al quale è cresciuto poi l’ incantevole borgo tardo medievale. L’ attuale vecchio incasato di Grottammare ne conserva l’ impianto urbanistico, la cinta muraria ed alcuni torrioni. La favorevole posizione, riparata dal promontorio naturale, ha favorito le attività marinare e di commercio dall’ inizio del XIII secolo, fino alla sua scomparsa in epoca moderna. Ulteriore sviluppo urbano si è avuto sulla fascia costiera alla fine del XVIII secolo, con una schiera di villini liberty e lunghi ed eleganti palmeti. Grazie alla bellezza dell’ insieme tra antico borgo, macchia mediterranea,  lungomare elegante e funzionale, Grottammare è diventato un centro turistico costiero molto rinomato e frequentato.


Molti sono i titoli che la cittadina si è meritata in questi anni: Bandiera Blu, Tre Vele e uno dei Borghi più belli d’ Italia. Immancabile una visita al panoramico e fascinoso vecchio incasato, cui si può accedere anche a piedi dalla zona costiera. Dalla Chiesa di S. Agostino si può godere della bella visuale delle mura, fortificazioni ed edifici vari legati in un abbraccio difensivo. Il nucleo centrale è Piazza Felice Peretti, il futuro Papa Sisto V, dove sono presenti la Chiesa di S. Giovanni Battista, con il Museo Sistino e le famose logge con vista panoramica. Poco sotto a queste c’ è il Torrione della Battaglia, dove è allestito il museo omonimo dedicato al famoso artista locale Pericle Fazzini. Sul lato nord del borgo si eleva la stupenda Chiesa di S. Lucia, edificata sul luogo della casa natale di Sisto V. Si conclude la visita con la visita ai ruderi del castello sovrastante.





Prossima tappa del nostro percorso sul crinale sistino è Ripatransone a circa 23 chilometri dalle spiagge adriatiche. Il tragitto è in salita e tortuoso per raggiungere i 508 metri della nostra destinazione, ma conviene procedere tranquillamente per godere al meglio le bellezze del territorio ed i vasti panorami. Ripatransone è uno dei più antichi ed importanti centri della provincia ascolana e, grazie alle sue vedute marine e montane, viene definita il Belvedere del Piceno. La cittadina sorge su una rupe estremamente ripida su tre lati, mentre degrada dolcemente verso est. Il centro storico è costruito su cinque colli e da quello denominato San Niccolò, il più alto e panoramico, è possibile abbracciare con lo sguardo quasi l’ intera Ripatransone. Risaltano i suoi campanili, le torri e soprattutto il quasi integro sistema difensivo cittadino composto da mura, porte fortificate e poderosi bastioni che la cingono per intero. La città è divisa in  quartieri, sulle tracce dei 4 castelli originari del IX secolo. Grazie alla posizione ed alle sue mura essa fu inespugnabile per secoli, dominando il territorio.


L’ attuale nome di Ripatransone deriva dall’ unione dei termini ripa, rupe o altura e Transone, il nome del primo feudatario vissuto nel IX secolo. Ma la storia cittadina passa dai primitivi insediamenti piceni, all’ epoca romana, per divenire poi libero comune già nel 1205. Fu al centro di aspre lotte con le vicine e potenti Offida e Fermo e ritrovò un periodo di tranquillità quando entrò a far parte dello Stato della Chiesa. Il centro storico cittadino è stretto e lungo e segue l’ andamento del crinale; diverse sono le importanti piazze dove sorgono i più importanti edifici religiosi e civili. Nella fotografia è rappresentata la centrale XX Settembre, con il Palazzo del Comune e quello del Podestà. Verso est c’ è il Monumento ai Caduti e si può scendere a visitare il vicolo più stretto d’ Italia, con i suoi soli 43 centimetri. In direzione ovest si scende a Piazza Condivi dove prospettano il Duomo di S. Gregorio Magno ed il Palazzo Vescovile, con il Museo Sistino d’ Arte Sacra. Agli estremi del tessuto  urbano i colli di S. Niccolò e Monterone offrono antichi spazi verdi e panoramici assolutamente da visitare, magari dopo aver fatto il periplo delle mura.
Continuando il nostro percorso sistino sulle colline del Tesino, si scendono alcuni arrotondati tornanti dalla bella Ripatransone verso Cossignano, la nostra prossima tappa, non senza ammirare il lunare paesaggio dei calanchi alla base della cittadina. Una decina di chilometri ci separano dalla nostra sorprendente meta. La piccola Cossignano si presenta arroccata su un colle a, 400 metri d’ altezza, attorniata dalla sua integra e splendida cinta muraria. Questo borgo castello è conosciuto come Ombelico del Piceno, essendo equidistante da tutti i punti del territorio abitati dagli antichi Piceni. Il centro piceno riuscì a mantenere la sua autonomia fino ad essere inglobato nel nuovo stato romano, nel 268 a. C. Una delle ipotesi della denominazione di Cossignano è data dalla presenza della famiglia gentilizia dei Cossinii, in una grossa proprietà agricola del posto.




Dopo la caduta dell’ impero romano e del successivo incastellamento, Cossignano fu sotto il Ducato di Spoleto, nel 1039. In seguito divenne dominio degli abati farfensi e fu a lungo contesa da Fermo ed Ascoli. Il nucleo del borgo è attorniato da giardini ben strutturati ed artisticamente arredati; la salita di Via Passali porta in breve alle tre piazze attigue del centro storico: Garibaldi, Umberto I e Santucci. La seconda di queste è il cuore cittadino dove prospettano la bella Chiesa dell’ Assunta, che conserva un dipinto di scuola marattiana e la Residenza Comunale con l’ alta torre campanaria, con una campana tubolare. Molto bello è l’ affaccio dal belvedere panoramico sopra l’ antico cassero; altro edificio di culto è la piccola Chiesa dell’ Annunziata, che conserva un interessante ciclo di affreschi del XV secolo. Un piccolo vicolo scende alla Porta di Levante, ben restaurata, superata la quale è possibile ritornare alla rampa d’ accesso al borgo, ammirando le possenti mura difensive ed i moderni giardini circostanti. 
Ripresa la Provinciale Cuprense ci si dirige verso Montalto delle Marche, l’ ultima tappa del nostro percorso sistino, accompagnati dai paesaggi collinari calanchivi. Infine si sale ai 512 metri d’ altezza del colle di Montalto delle Marche, che chiude la valle del Tesino e domina la valle dell’ Aso. La cittadina ha una storia antichissima e si presenta con l’ aspetto medievale, grazie agli ampi tratti di mura risalenti  ai secoli XIV e XV. L’ origine del primo nucleo abitativo risale al VI secolo, ma è solo dal X secolo che questo si trasforma in borgo fortificato con mura, porte e bastioni.  La centralità del territorio viene valorizzata dalle opere e dalla filosofia farfense.







Ma il periodo di massimo splendore cittadino Montalto delle Marche lo ottenne grazie al suo figlio più illustre, Felice Peretti, che coronò la sua vita religiosa con l’ elezione papale del 1585, con il nome di Sisto V. Egli nacque a Grottammare, ma fu sempre legato alla cittadina originaria della sua famiglia, tanto che creò un Presidiato autonomo della Marca provinciale, nel 1586, dipendente solo dallo Stato della Chiesa. Si adoperò per la crescita sociale e culturale della sua Montalto con molti progetti ed opere, tanto da farla diventare la Città di Sisto V. Anche dopo la sua morte la cittadina continuò a godere di alcuni privilegi fino all’ unità d’ Italia. Arrivati in città si è accolti dalla bella Piazza Sisto V, che presenta la Casa del Clero con il suo Museo Sistino Vescovile e di fronte la maestosa Concattedrale Basilica Santa Maria Assunta, con un importante ciclo di affreschi di Luigi Fontana, nella fotografia ed una cripta di epoca sistina. Il centro murato è accessibile da tre porte: Marina, dei Leoni e Patrizia. Passando davanti al scenografico Palazzo Massinari, antica residenza dei Peretti, famiglia di Sisto V, si sale alla parte alta del borgo e si entra nel centro storico montaltese. Di fianco al Palazzo Episcopale c’ è un panoramico belvedere, mentre poco oltre Piazza Umberto I presenta gli edifici più importanti: Palazzo del Govenatore, con i suoi musei, Palazzo della Torre Civica e la Chiesa di S. Nicolo’. Scendendo verso Porta Marina s’ incontrano la Chiesa di S. Pietro, Palazzo Palmaroli – Paradisi, con i giardini panoramici su Piazza Sisto V, a cui si accede anche da una bella scalinata.





                                                                                            di William Tallevi



                                                                           

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