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Escursione ad anello delle Cascate del Menotre a Pale di Foligno ( PG )

Quasi a metà strada tra l’ Altopiano di Colfiorito e la città di Foligno, sulla SS 77, si trova la piccola frazione di Pale. Il piccolo abitato sorge in un piccolo piano erboso serrato tra il Monte Serrone e l’ appuntito Sasso di Pale. Qui s’ incanala il fiume Menotre che scende dalle sorgenti di Rasiglia, dove vengono raccolte le acque sotterranee dei sovrastanti altopiani plestini. Il suo corso, giunto a Pale, scava una gola e precipita a valle con un dislivello di quasi 170 metri. La pendenza e i vari piani del letto roccioso hanno creato diverse cascate, piccole e grandi, in un interessante ambiente naturale. 
Un piccolo percorso naturalistico ad anello permette una meravigliosa visita all’ insieme.La valle del fiume Menotre è una delle zone naturali più interessanti di Foligno e dintorni ed essendo un ambiente ricco di biodiversità, ambienti e panorami unici ha un posto di rilievo nel contesto dell’ Appennino Umbro – Marchigiano. Il naturale ingresso alla parte più interessante della valle, le cascate del fiume Menotre, è a valle attraverso il Parco dell’ Altolina, ma è possibile pure fare l’ escursione scendendo dall’ alto di Pale. Questa zona verde è raggiungibile dalla frazione Belfiore di Foligno, con il bivio sulla SS 3 Flaminia. La ricca vegetazione presente è composta da lecci, roverelle, sottobosco di felci, pungitopi, ginestre ed altro; pure la fauna selvatica è presente numerosa, varia, compreso molte specie protette. Il Menotre incanalato, in un tratto molto stretto e roccioso, ha creato, oltre alle famose cascate, anche diverse forre e grotte. Nel passato il lavoro dei monaci e la forza motrice dell’ acqua hanno decretato la fortuna economica di questo territorio. Per controllare e difendere questo contesto e le varie attività correlate furono costruiti i castelli di Belfiore e Pale. 
Subito dopo la frazione Belfiore la strada principale curva a destra, per ricollegarsi con la statale, mentre si deve procedere dritti fino al parcheggio dell’ Aula Verde. Qui è presente un altro bivio, in presenza di alcune tabelle informative sulle caratteristiche della zona; si tratta del nostro percorso ad anello attorno al corso del Menotre e delle sue cascate. Conviene proseguire ancora dritti e poi tornare con il sentiero opposto, il primo di questi è più ripido, a gradoni e passa a stretto contatto con i salti delle acque e le varie grotte. Arrivati a Pale si scenderà poi con una strada imbrecciata più comoda, da cui si accede anche all’ Eremo di Santa Maria di Giacobbe, che rasenta la perpendicolare falesia del Sasso di Pale. Questo tratto del percorso rientra nel lungo itinerario della Via Lauretana ( VL ), che collega Loreto ad Assisi.
Il percorso inizia a salire dentro un uliveto e conduce ad una casa colonica, aggirata la quale, con un viottolo sulla sua sinistra, si arriva ad un’ altra abitazione in rovina. Poco dopo la carrareccia diventa sentiero e sale fino ad un ponticello, dove si gira di nuovo a sinistra verso la cascata delle Grotte. Sono diversi i salti del Menotre dentro la sua stretta gola, le grotte presenti, con pure alcuni tratti di forra, ma le cascate principali sono tre. Un piccolo piano, contornato da vegetazione ad alto fusto composta principalmente da pioppi cipressini, contorna la prima grande cascata. Questa ha la caratteristica di avere il piano di caduta inclinato, quindi liscio e verde di muschio, con in più una cavità che la attraversa per sbucare poi con un foro dal lato opposto. Ritornati indietro sul sentiero principale si sale tra tratti su pietra, terra e a gradoni, verso un’ altra cascata di dimensioni più piccole, dove si nota dei vecchi lavori di incanalamento delle acque ed abbondano distese di felci di varie specie.
Il nostro sentiero segue l’ andamento del terreno, a volte avvicinandosi al corso del Menotre ed alle sue cascate e a volte allontanandosene. Questo è ben strutturato con staccionate, gradinate in legno, piazzole panoramiche su salti d’ acqua e territorio circostante. La terza grossa cascata è contornata da un percorso staccionato che ne contorna in parte lo scivolo a caduta. In un tratto particolarmente strapiombante è presente la forra dell’ Altolina con alti salti d’ acqua, non accessibili, ma chiaramente udibili. Ai suoi piedi sono presenti delle marmitte dei giganti costituitesi con il lungo lavorio erosivo delle acque del Menotre. Il fiume ha modellato sia la forra che l’ intera vallata a valle di Pale con la classica forma a “ V “. Salendo il corso dell’ acqua va ad incastrarsi tra le pieghe della roccia e cespugli ed alberi ne nascondono la vista e il sentiero sale a zig zag ed a tornanti gradinati, pure dentro a pareti scavate nella roccia.
 La lussureggiante vegetazione arborea delle zone attorno alle cascate si trasforma in cespugli e vecchi campi abbandonati nella vicinanza dell’ arrivo a Pale. Questo piccolo borgo sorge sul culmine dello strapiombo della valle del Menotre, nei pressi del Sasso di Pale. Lo si intravede dal basso all’ inizio della salita dal parcheggio dell’ Altolina e poi sparisce nascosto dalla prospettiva, per poi apparire con le prime gradinate e muraglioni di sostegno alle abitazioni che si incontrano nella salita.
L’ attuale borgo di Pale, insieme a Belfiore nella vallata, era un castello per controllare e difendere questo angolo di territorio di Foligno importante per tutte le attività artigianali ed agricole connesse all’ uso della forza motrice delle acque del Menotre. Attualmente solo tracce di cinta muraria fanno intuire l’ antica funzione dell’ abitato, che è tagliato  a metà dal corso dell’ acqua. Lungo questo impervio tratto di fiume si sono costituite nel tempo diverse strutture di mulini, per la produzione di cereali ed olio e gualcherie per la lavorazione della lana prima e della carta poi. La produzione della carta arrivò ad un alto grado di qualità e si protrasse per tutto l’ Ottocento. Nel 1810 in questo territorio erano attive ben 16 cartiere, una delle più grandi e che ha resistito di più al passare dei tempi è quella presente all’ inizio del borgo, alimentata con una derivazione dalla cascata del Menotre presentata dalla fotografia.
La zona attorno a Pale, visti tutte gli aspetti geologici, naturali e storici, è molto frequentata da escursionisti e visitatori che possono usufruire anche di una fitta rete di sentieri per scoprire il territorio. Esistono cartine e depliant informativi per programmare con calma un’ accurata visita. La piccola frazione di Pale ha perso l’ importanza che aveva precedentemente con cartiere e mulini, ma è diventata un’ interessante base di partenza od arrivo per una scoperta attenta delle sue bellezze. Tra queste vale la pena di visitare le Grotte dell’ Abbadessa, famose già dal XII secolo come testimonia una targa posta al loro ingresso, nei pressi dell’ abitato di Pale. Queste gigantesche cavità ipogee sono un vero gioiello della natura, costituite da grandi colonne di stalattiti e vertiginosi pilastri di stalagmiti. La loro natura è in continua formazione e l’ esperienza di una loro conoscenza da vicino è uno spettacolo unico ed emozionante. Informazioni su orari, stagionalità di aperture, insieme a materiale informativo sono reperibili anche in un grosso centro per l’ accoglienza turistica a Ponte Santa Lucia, poco lontano da Pale. Altra attrattiva caratteristica di Pale e del suo maestoso Sasso di Pale è la sua interessante palestra di roccia. Questo picco presenta delle pareti rocciose molto verticali che attirano gli appassionati dell’ arrampicata libera, con parecchie vie attrezzate, del centro Italia. Per il ritorno a valle ci si dirige verso il sentiero che affianca il Sasso di Pale e scende verso la palestra di roccia dell’ arrampicata.
Poco oltre a questa, incastonata nella parete rocciosa a metà altezza del monte, sorge l’ Eremo di Santa Maria Giacobbe, come un antico gioiello storico. Si raggiunge con una deviazione lungo il sentiero principale, salendo per un ripido sentiero scalinato molto panoramico, con 14 stazioni della Via Crucis. La tradizione vuole che l’ anfratto sia stato frequentato da Maria di Giacomo, una delle tre pie donne presenti al sepolcro di Gesù. La fondazione dell’ eremo risale al 1295, i suoi semplici ambienti sono affrescati con pitture votive antiche di alto interesse artistico. E’ un luogo molto frequentato da fedeli e pellegrini che cercano dalla Santa guarigioni a malattie ed infermità, grazie all’ acqua santa del posto. La via del ritorno è una carrareccia sassosa, comoda e panoramica.
 
di

William Tallevi



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