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Escursione alla Cardaccia e Fosso del Mulino di Apecchio ( PU ) ( 2 di 2 )

Dopo aver visitato l' aerea e panoramica cresta della Cardaccia, ricca di storia, il sentiero ridiscende sulla carrareccia che sale dal fondovalle del Torrente Biscubio per la zona denominata Carda. Si possono notare le stratificazioni di Scaglia Rossa che puntano verso il cielo.






Prima di scendere con la carrareccia verso il ritorno, conviene salire verso l' alto per godere a pieno della visuale della Cardaccia. In questa prospettiva, la cresta che in realtà è stretta ed allungata e scavata dai due Torrenti della Carda e Mulino, risulta piramidale. Questo rilievo ed il vicino e maggiore Cardamagna devono il loro nome al fatto che sono state per un lungo periodo sedi di fortificazioni longobarde nella contrapposizione con le rivali bizantine del Corridoio Bizantino, nei secoli prima del Mille. Infatti il termine longobardo Warda, da cui è scaturito l' attuale Carda, risulta voler significare posto di guardia fortificato. Questi rilievi hanno continuato ad avere la loro importanza anche nel Medio Evo con la ristrutturazione delle antiche fortificazioni. La Cardaccia si trasformò nel Castello della Carda sotto la dominazione dei signori Ubaldini di Apecchio, al confine con il territorio dei Brancaleoni di Piobbico.
Una numerosa guarnigione di soldati con le loro famiglie era alloggiata sulla cresta fortificata della Cardaccia. La vita sul piccolo rilievo era assai dura, basti dire che era vietato anche l' allevamento dei piccioni per la paura che con i loro escrementi sporcassero la preziosa acqua della cisterna posta sulla vetta. Le pressanti richieste convinsero gli Ubaldini a far scendere in parte le famiglie nel vicino piano della Carda; qui sorsero le attuali case e si sviluppò l' agricoltura e l' allevamento. La parte alta del Fosso del Mulino prende il nome di Gamberaia proprio per il fatto che nelle pozze d' acqua venivano allevati i gamberi. Sorse pure la Chiesa di S. Cristoforo della Carda, nella fotografia, ormai quasi diroccata.
Tornando verso i propri passi sulla carrareccia verso il fondovalle, con una piccola deviazione sulla destra, si può scendere al Mulino della Carda. In pratica si segue il sentiero n° 31 del Monte Nerone che da Sassorotto sale verso il Monte Cardamagna ed arriva in località Collucccio. Il rudere posto su questa stratificata emergenza rocciosa era la residenza del mugnaio.




Le acque che si convogliano nel piano della Carda scorrono tranquille fino a poco dopo la Chiesa di S. Cristoforo, con il nome di Fosso della Gamberaia, poi, tra le severe ed avvicinate pareti del Cardaccia e Cardamagna precipitano a valle con diversi salti e molto dislivello. Il più famoso è sicuramente la cascata del Fosso del Mulino; da questo punto il torrente prende questa denominazione. Le sue acque sono state sfruttate come forza motrice per macinare sementi ed altro, con un mulino, ora diroccato e semi-sommerso dalla vegetazione.








Il mulino fu fatto costruire dai Conti Ubaldini di Apecchio, per soddisfare le esigenze alimentari loro e della guarnigione del Castello della Carda. Il sentiero n° 31 per il Cardamagna guada il torrente poco lontano dal primo dei salti della cascata, prima di sprofondare in una vertiginosa e rocciosa forra.












Ritornando alla carrareccia la si discende verso la valle del Biscubio, passando sotto le vertiginose pareti della Cardaccia. Queste sono state letteralmente tagliate per permettere il passaggio tra i fianchi del rilievo ed i baratri sul sottostante Fosso del Mulino. Questa, prima dell' attuale provinciale che da Pian di Molino sale verso Monte Nerone, era l' unica strada per la zona della Carda.











La parte alta della sede della carrareccia è stretta ed affacciante sui vertiginosi pendii del torrente, mentre scendendo a valle il percorso è più agevole e si incomincia a vedere il piano di partenza, con i rilievi rocciosi sopra il corso del Biscubio. Su quello al centro della fotografia, sono situati i ruderi di un' altra fortificazione detta Castiglionaccio, raggiungibile con il sentiero n° 34, non lontano da Sassorotto, nostro punto di partenza.




Scesi al piano di Sassorotto, sulla SP 257 al km. 33, si può dare un' ultima occhiata al percorso appena fatto; prima l' aerea cresta con i suoi panorami e poi la rocciosa via del ritorno. Da qui parte un' altra carrareccia che sale a Casa Rossara che, con ii sentieri n° 33, 32 e poi 31, permette di fare il giro del Monte Cardamagna.









                                                                          di William Tallevi



                                                                

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