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Escursione alla Cardaccia e Fosso del Mulino di Apecchio ( PU ) ( 1 di 2 )

Risalendo l' attuale SP 257 da Piobbbico in direzione Apecchio, il corso del Torrente Biscubio si fa nervoso procedendo ad ampie anse dentro una gola con pareti sempre più strapiombanti, scavate dalle acque nel corso del tempo. Diverse formazioni geologiche incombono sulla stretta valle, alcune anche di discrete dimensioni e forme, altre meno. La cresta della Cardaccia, rappresentata nella fotografia, può sembrare poco interessante e non ci si fa quasi caso, ma presenta un bel percorso panoramico sulla vallata, sui monti circostanti, un ambiente bello e selvaggio con una notevole importanza storica.
Il percorso per andare alla scoperta delle bellezze della Cardaccia inizia a valle al km. 33 della provinciale in località Sassorotto. Qui ha inizio il sentiero n° 31 del Monte Nerone che risale la stretta valle laterale del Fosso del Mulino in direzione del Monte Cardamagna. Appena una trentina di metri dall' inizio, inizia il sentiero n° 31 bis che risale il versante destro del piccolo rilievo della Cardaccia, portando in breve sulla cresta. Due sono le emergenze rocciose più evidenti: la principale è la vetta della Cardaccia e poi c' è questa che domina la vallata del Biscubio in direzione Piobbico.
La prima bellezza di questo piccolo percorso è la ricca ambientazione naturale di rocce ed arbusti e l' ampia visuale che vi si gode in tutte le direzioni. Infatti questa cresta risulta stretta ed allungata, essendo stata scavata da due fossi: quello del Mulino, verso est, e quello della Carda, verso ovest. In questa direzione risalta lo scosceso versante del rilievo della frazione Colombara, con al centro il Mappamondo della Pace. Si tratta di un' opera colossale, entrata a pieno diritto nel Guinness dei Primati, realizzata da Orfeo Bartolucci geniale artigiano-artista locale. Il suo interno può ospitare diverse centinaia di persone, è meccanizzato con la possibilità di simulare il moto terrestre. E' detto della pace perchè al suo interno sono collocati proverbi, frasi celebri e detti popolari di ogni parte del mondo inneggianti alla pace ed all' eguaglianza tra popoli.
Il percorso verso la Cardaccia, avvicinandosi, prende sempre più la forma e la maestosità di una piramide rocciosa ed è breve ma appagante. Questo piccolo sentiero, che è stato aperto di recente e sistemato dai volontari dell' Associazione La Lupus in Fabula, si integra con il n° 31 del Cardamagna.







Poco sotto la vetta della Cardaccia, girandosi per dare un' occhiata al percorso di cresta appena fatto, ci si trova a dominare la vallata del Biscubio, i rilievi di Monte Vaccaro e Poggio della Rava ed i fossi della Carda e Mulino. Proprio per questa magnifica posizione dominante, fin dai tempi antichi, la Cardaccia fu base per fortificazioni militari.






Sempre seguendo le indicazioni bianco e rosse, si aggira l' acuta e rocciosa sagoma della Cardaccia verso sinistra e si arriva alla crestina per la vetta. Qui appaiono gli antichi ruderi del Castello della Carda. Questa piccola cresta fortificata ha rappresentato, fin dai tempi antichi un importante valore militare e territoriale essendo terra di confine: prima tra Longobardi e Bizantini e poi tra le famiglie Ubaldini di Apecchio e Brancaleoni di Piobbico.




Superati i resti del castello della Carda, manca solo un ultimo sforzo per arrivare sulla rocciosa vetta della Cardaccia; un piccolo tratto da fare con attenzione perchè un po' esposto. L' importanza strategica e militare di questa roccaforte parte dalla lontana contrapposizione tra Longobardi e Bizantini. In questa zona del pesarese passava il famoso Corridoio Bizantino. Complicate vicende storiche avevano portato i Longobardi a dominare nord, sud e gran parte del centro del nostro paese; i Bizantini di Ravenna per non farsi tagliare fuori dai contatti con Roma e la Chiesa fortificarono con rocche e castelli un corridoio attraverso Marche ed Umbria.
Una moderna croce è posta sulla vetta della Cardaccia, visibile fin da lontano. I Bizantini con il loro corridoio impedirono nei fatti l' unificazione dell' Italia sotto la dominazione longobarda. Anche i Longobardi costruirono fortificazioni in corrispondenza di quelle degli avversari: le fortificazioni della Cardaccia e Cardamagna nella zona, assieme a molte altre appartengono a loro. I Bizantini, invece, avevano fortificazioni sul Monte Petrano: le due cime della Rocchetta , della Roccaccia ed il Monte Torrione lo testimoniano.

Dopo aver visitato la cima della Cardaccia, dove era posta una grande cisterna d' acqua per emergenza, si ridiscende la cresta verso ovest, in direzione della Chiesa di S. Cristoforo della Carda. Si scende passando vicino alla parete rocciosa che precipita verso il sottostante Fosso del Mulino. Tutta la zona circostante era chiamata Carda, probabilmente, dal termine longobardo Warda ( posto di guardia-fortificazione ).





                                            
                                                                        di William Tallevi


                                                                         

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