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Fiorenzuola di Focara ( PU ), antico borgo di agricoltori, pescatori e selcini ( 2 di 2 )


Porta d' ingresso al Castello di Fiorenzuola, che assieme a Casteldimezzo, Granarola e Gradara, costituiva anticamente un organico sistema difensivo per il controllo del Valico della Siligata, nell' area di confine tra la Chiesa ravennate e quella pesarese prima, e tra i Malatesta di Rimini e Pesaro poi. Sopra l' arcata dell' ingresso, una lapide esprime la gratitudine degli abitanti di Fiorenzuola a Dante Alighieri che nei versi della sua Divina Commedia, a proposito di un fatto di sangue, rese noto a tutto il mondo il loro borgo ed i suoi temuti venti.

Fiorenzuola conserva tuttora i suoi robusti bastioni, l' agguerrita porta d' ingresso e la cinta di mura che la circonda per intero. Nel suo piccolo interno, sulla via principale dalla porta alla parte alta, dove anticamente sorgeva il cassero ed ora il bello e solitario campanile di Sant' Andrea, s' innestano a destra e sinistra due vicoli che si allontanano girando pian piano su se stessi fino a ritornare sull' asse mediano, come due ali di farfalla. Nella fotografia il lato di mura in direzione nord-ovest verso Gabicce.



Fiorenzuola si trova nel cuore del Parco, la si raggiunge con la Strada Panoramica 44 da Pesaro a Gabicce Mare o con lo svincolo sul Valico della Siligata della SS 16. Diversi sentieri partono od arrivano a questo splendido borgo panoramico; il più interessante dei quali è il n° 155 A che scende a lenti tornanti per la falesia, regalando visuali straordinarie sui pendii brulli o lussureggianti di vegetazione, sulla spiaggia, mare sottostante ed il cielo sempre protagonista. Nella fotografia il torrione est, con rinnovato giardino panoramico, la cui scalinata và a confluire all' inizio del sentiero sopra citato: si tratta di una piccola stradina che scende al mare e che d' estate è pure servita da un bus-navetta.



Doppia arcata ed unica porta d' ingresso al Castello di Fiorenzuola. Le dimensioni sono ridotte; un' asse centrale che sale alla parte alta del borgo, dove svetta solitario il campanile della Chiesa di Sant' Andrea, e un paio di vicoli che corrono attorno al perimetro delle mura a destra e sinistra. Metà delle case sono abitate e curate molto bene, mentre altre stanno per essere restaurate. E' presente anche il Museo Paleontologico " Lorenzo Sorbini " che, oltre a vari reperti fossili ritrovati in zona Monte Castellaro e pannelli informativi, offre visite guidate e laboratori didattici per scuole.





Nella parte alta del borgo, dove una volta s' innalzava il cassero, fu edificata la Chiesa di Sant' Andrea che, nel lontano 1916, un tremendo terremoto fece crollare a mare, facendo restare il solo campanile a testimoniare il disastro avvenuto. Da allora il campanile continua a battere le ore ed a essere da punto visivo di riferimento fin da lontano.






Lo slanciato campanile con orologio dell' ex- Chiesa di Sant' Andrea, nella parte alta del borgo, svetta come un moderno faro per annunciare ai naviganti la terra e di fare attenzione alle sue pericolose correnti. In effetti, nel passato, oltre a tenere sotto controllo il Valico della Siligata, assieme ad altri tre castelli, Fiorenzuola svolgeva anche questa funzione, tanto da arrivare a meritare una citazione nella Divina Commedia di Dante Alighieri.








A destra della piazzetta che conduce al campanile dell' ex Chiesa di Sant' Andrea, si apre il Giardino degli innamorati, spazio verde molto curato che ha la particolarità di avere come sfondo solo mare e cielo; sicuramente uno dei più belli della provincia di Pesaro ed Urbino. Il giardino continua anche oltre, nel pendio rivolto verso il mare, con camminamenti, scalinate, piazzole con panchine e molte piante decorative e fiori che fanno da cornice allo splendido panorama su spiaggia e dirupi tipici del Monte San Bartolo: il Sentiero dell' Amore.


Tratto del Sentiero dell' Amore che scende, con placidi camminamenti, sul pendio sotto il Giardino dell' Amore, impreziosito da piante e fiori, fino ad un belvedere dove si può godere al massimo degli splendidi panorami su strapiombi, mare e cielo. A destra della fotografia, oltre il precipitante canalone, una stradina serpeggia da Fiorenzuola verso la sottostante spiaggia, segnalata con il n° 155 A dei sentieri del Parco. Oggigiorno usata dai turisti per arrivare al mare, ma anticamente usata dagli abitanti del posto per trasformarsi da agricoltori a marinai e selcini.

Gia' dal 1500, documenti testimoniano come gli abitanti di Fiorenzuola integrassero il loro reddito di agricoltori e marinai con quella estrattiva della pietra di falesia. Nel 1800 l' attività dei selcini richiamava lavoratori da terre vicine, mentre nel 1919 si arrivò a formare una cooperativa con ben 54 soci, che aveva commesse in tutta l' Italia. Il lavoro consisteva nel raccogliere i caratteristici ciottoli arrotondati dal mare e scalpellarli fino a fargli assumere la forma del loro utilizzo finale; lastricatura di strade e piazze. Era un lavoro duro che coinvolgeva, in vario modo, interi nuclei famigliari. Si lavorava direttamente in spiaggia, come si può vedere in questo pannello esplicativo del Parco, fino a 16 ore al giorno e protetti solo da un paravento di canne.


                                                                    di William Tallevi


                                                      
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