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RINCORRENDO LA VIA LATTEA di Maurizio Pignotti

PRENDETEVI 2 MINUTI PER LEGGERE IL RACCONTO 

 

Bellissimo racconto, da leggere e condividere.

 

Per gentile concessione di Maurizio Pignotti, riportiamo qui il suo racconto "Rincorrendo La Via Lattea"




Chi è Maurizio Pignotti?

Maurizio Pignotti e’ un fotografo di Paesaggi in particolar modo  notturni, con sede a Civitanova Marche (Italia). Cerca di guardare il paesaggio con un occhio diverso dal solito, fondendo la sua visione artistica delle cose con la realta’che lo avvolge. La ricerca per una wilderness vissuta in totale solitutine lo porta a fare scatti che rispecchiano l’animo del momento. Le sue foto sono segnate da un’inconfondibile firma, la passione e l’alchimia che si crea tra il fotografo e il paesaggio che lo circonda.

A notro avviso uno dei più Grandi Artisti Marchigiani.

Il Racconto di Maurizio Pignotti

Arco galattico nella piana di castelluccio
Tutto e’ iniziato questa estate,nel periodo in cui il clima e la visibilita della nostra galassia e’ all’apice.
Per i pochi che non lo sapessero la via lattea altro non e’ che una galassia, cioe’ un’agglomerato di stelle e polveri cosmiche con una forma spirale, in uno di questi bracci a spirale si trova il nostro sistema solare e quindi il nostro pianeta la Terra, ebbene si ci troviamo proprio nel bel mezzo della via lattea.
via lattea dal fargno 1900 metri
La luminosita’ della via lattea pero’ nonostante la vicinanza e filtrata dalle polveri cosmiche, quindi la luce che ci arriva e’ davvero limitata, se non ci fossero le polveri cosmiche a filtrare la luce , sarebbe sempre giorno con tutte quelle stelle che brillano intensamente.  
Sin da ragazzo sono sempre stato un’appassionato di astronomia,ho posseduto alcuni telescopi e ho fatto un po’ di fotografia astronomica,ma con tecnologie di molto inferiori rispetto a quelle di oggi.
Il fascino del cosmo mi ha sempre catalizzato in tutte le sue sfaccettature.  
Via lattea dalla piana di castelluccio
Io amo la fotografia naturalistica in particolare paesaggistica, spesso mi trovo in vetta o a valle a scattare foto come un matto,ma poi ho scoperto la mia vera strada, il paesaggio in notturna . 
Insomma io fotografo ad orari impossibili,con altrettanto clima non sempre favorevole.
La fotografia notturna secondo il mio modesto parere e’ molto piu’ complessa rispetto a quella diurna,diciamo particolarmente difficoltosa e molto tecnica.
I fotografi che piu’ mi hanno inspirato a questo genere sono Marc Adamus e Alex Cherney, li considero dei guru nel settore, anche se molti criticano il loro modo di lavorare, ma vorrei vedere una foto che si avvicini alle loro, anche post prodotte ,non e’ facile credetemi .  
Via lattea alle lame rosse Fiastra
Ho iniziato a scattare in notturna le prime foto gia’ nel dicembre 2010 ottenendo discreti risultati,ma guardando le foto dei grandi artisti prima menzionati in particolare Cherney ,vedevo la strabiliante bellezza della via lattea come sfondo in un cielo colmo di stelle, e soggetti in primo piano sempre particolari ed armoniosi nel contesto della foto.  
Via lattea dal Lago di Pilato
Quindi con la testardaggine tipica del mio carattere mi sono messo sotto,cercando di capire come poterla fotografare,in che modo e con quali soggetti.
Dopo vari esperimenti e ricerche ho capito che ci sono alcune cose fondamentali ed imprescindibili per ottenere un risultato decente.
Il primo e’ nel tipo di fotocamera da utilizzare,naturalmente una reflex, e che sia full frame, il sensore di maggior grandezza garantisce migliori risultati, e’ molto importante anche il livello di alti iso che il corpo macchina riesce a gestire,quindi un prodotto di recente costruzione con tecnologia migliorata puo’ garantire scatti di ottimo livello anche a 6400 iso.
Via lattea dal Lago di Pilato
Subito dopo e’ fondamentale un ottica molto luminosa che abbracci un ampio angolo di campo, diciamo un 14mm f2,8 e’ piu’ che sufficiente, l’importante che sia un’ottica di una buona nitidenza anche a diaframma aperto.
E’ necessario anche un treppiede per tenere ben ferma la fotocamera durante le lunghe esposizioni ed un remote control per controllare la fotocamera senza toccarla evitando microvibrazioni, in ultimo e’ consigliabile bloccare lo specchio della fotocamera.  
Questa e’ l’attrezzatura necessaria per svolgere il lavoro,ma chiaramente non basta,ci sono molti altri accorgimenti da seguire.


Ad esempio un cielo con bassissimo inquinamento luminoso, cosa molto rara di questi tempi, una luna assente, un cielo terso con scarsa percentuale di umidita’, preferisco l’alta quota offre sempre condizioni di cielo migliori rispetto la pianura. 
Via lattea dalla vetta del Monte Sibilla 2150 metri
Assenza di raffiche di vento,le microvibrazioni comprometterebbero non poco la qualita’ dello scatto, in ultimo metto una buona conoscenza della posizione delle costellazioni in base all’orario ed alla stagione in atto.
Sapere in anticipo dove si trovera’ la via lattea puo’ essere un vantaggio i termini di composizione della foto. 
Ci sono molti software che possono dare la posizione della via lattea in base al giorno e l’ora richiesta.  
Ce’ anche un’altro componente aggiuntivo ma non strettamente necessario per catturare la via lattea, e’ un’inseguitore equatoriale, cioe’ un meccanismo che permette di eludere la rotazione della terra ed evitare il mosso delle stelle anche con lunghe esposizioni, in questo modo si puo’ incidere molto di piu’ sul sensore le polveri e i dettagli della via lattea, questo tipo di foto necessita pero’ di una doppia esposizione, una per il sogetto statico e l’altra per quello in movimento.
Via Lattea ai Pantani di accumoli
Molti pensano che la fotografia con doppia esposizione non sia una foto o roba del genere, invece credo che sia un completamento della foto , e che arricchisca il ventaglio della gamma dinamica . L’importante e’ che gli scatti siano ravvicinati nel tempo e fatti dalla stessa angolazione visiva.  
Io mi sono autocostruito una tavola equatoriale seguendo un progetto visto online, e devo dire che rispetto ad un”inseguitore dal costo medio di 600/700 euro ce’ un risparmio enorme.
Arco galattico nell’altopiano di Macereto 1000 metri
Comunque le prime foto non avendo un’ottica molto luminosa “sigma 12/24mm f4,5” ero costretto ad usare l’inseguitore altrimenti il segnale luminoso della via lattea era poco inciso, poi ho aggiornato la mia attrezzatura e sono riuscito a farne a meno, ma vorrei provarla con la nuova fotocamera e la nuova ottica , credo che i risultati sarebbero strabilianti.  
I tempi di esposizione sono molto importanti se non si usa l’inseguitore,difficilmente si possono superare i 30 secondi di esposizione, altrimenti il mosso delle stelle e’ visibile, io penso che l’ottimo sia 20 secondi per ottenere una stella perfettamente puntiforme, usando chiaramente ottiche grandangolari 12/14mm.
via lattea dalle lame rosse Fiastra
Altra cosa fondamentale e’ l’utilizzo degli alti iso, io con la canon 5d mark 2 scatto anche a 6400iso, ma bisogna usare un po’ di tecnica per abbassare il rumore, il sistema ce’ ma questa e’ un’altra storia.
Con l’inseguitore invece bastano 800/1600iso max, cosicche’ il segnale e’ buono e il rumore molto ridotto. 
La Post produzione e’ molto importante in questo genere di foto,se ben fatta rende migliore la foto altrimenti si rischia di peggiorarla notevolmente.



Ci sono software specifici per eliminare il gradiente, o per fare lo stacking, ma qui’ andiamo su cose profonde che non staro’ ad elencare in questo articolo.  
Dal luglio 2011 fino alla fine di ottobre ho rincorso la via lattea in ogni modo ,spostandomi da una vetta all’altra dei monti sibillini,incontrando lupi,cinghiali, camosci, scoiattoli, una cosa affascinante, una volta in piena notte da solo “perche’ io faccio tutto in solitaria” ,mi sono sentito battere sulla schiena piu’ volte, girandomi di scatto mi accorgo che un gruppo di pipistrelli avevano preso di mira il lampeggiatore rosso che portavo sulla nuca, roba da pazzi, un’altro sarebbe morto di infarto. Muoversi nel buio completo della notte da solo credetemi non e’ affatto facile. 
Via lattea dai piani di Ragnolo
La mia uscita fra le tante fatte piu’ proficua,e’ stata la notturna al lago di pilato.
Un lago di origine glaciale situato a 2000 metri di altezza, un posto da mozzare il fiato, di notte ancora di piu’.
Credo di essere uno dei pochi se non l’unico ad aver effettuato una notturna completa in solitaria al lago di pilato.
Il problema e’ che li e severamente vietato piazzare tende,conoscendo le guide ufficiali del parco nazionale volevo evitare di violare le regole, cosi informandomi un po’ ho trovato una caverna naturale dove poter passare la notte,una cosa incredibile , ho acceso pure il fuoco mi sembrava di essere Bear Grylls dell’ultimo sopravvissuto, alle tre del mattino e’ venuto pure un lupo a rompere le scatole, puntando la torcia e facendo rumore e’ scappato, poi ad una certa ora si e’ affacciato uno spicchio di luna ad illuminarla una cosa indescrivibile.  
Arrivare sin lassu’ e’ stato veramente difficile 6,5 ore di cammino con un dislivello di 1200 metri e 25 kg di attrezzatura sulle spalle “da solo”.
C'è un piccolo aneddoto che voglio raccontare ,mentre io salivo tutti gli altri scendevano, e molti mi domandavano ma e’ tardi per andare su ,e io rispondevo ci dormo! 
La gente mi guardava con un misto di invidia ammirazione e anche preoccupazione.
Ad un certo punto una coppietta di fidanzati vengono verso di me chiedendomi aiuto, la ragazza si stava disidratando, sono andati al lago senza acqua cose da pazzi…dono loro gentilmente una parte della mia riserva d’aqcua, mi faceva veramente pena quella ragazza, tanto sapevo che arrivato sin lassu avrei bevuto l’acqua del lago, acqua purissima, bisogna fare attenzione pero’ a non ingerire il chirocefalo marchesoni, esemplare unico al mondo di gamberetto presente nel lago.. 
Via lattea nei pressi di Monte prata
Un’altra uscita indimenticabile e’ stata sul passo del fargno,con davanti una vista incredibile, il paretone nord granitico del monte bove si inclinava nella stessa direzione della via lattea,nel pian grande di castelluccio invece avevo perso le speranze, nuvole e raffiche di vento mi impedivano di fare qualsiasi cosa, ma ad un certo punto come per miracolo si ferma il vento e si apre il cielo, e dalle nuvole sbuca una via lattea a dir poco imponente e luminescente, sembrava il libro delle favole. 
Sulla vetta del monte sibilla a 2150 metri di altezza incontro casualmente il mio amico Michele Sensini guida ufficiale del parco nazionale, quando gli dico che passero’ la notte in vetta a fare un reportage sulla via lattea mi guarda e mi dice scherzosamente , tu sei pazzo….poi ci lasciamo con una foto insieme. 
Nirvana arco galattico dalle piane di castelluccio
Ai pantani di accumoli i pipistrelli mi attaccavano a mia insaputa, alle lame rosse un gruppetto di cinghiali si avvicinava, per mandarli via ho acceso tutte le torce e abbaiato come fossi un cane, infine nell’altopiano di macereto sono riuscito a concludere il reportage con l’arco galattico, coprire a 360° tutta l’estensione della via lattea cosa molto difficile da attuare.
 
Questa foto e’ stata molto apprezata in molti lidi , quella mi ha dato l’ingresso ad 1x la piu’ importante vetrina fotografica mondiale, la via lattea dal fargno e’ stata premiata dal National Geographic.
Continuero’ a fare le foto alla via lattea,mi mancano gli scorci innevati con lei sullo sfondo, ma li faro’. 



Autore : Pignotti Maurizio
www.mauriziopignotti.it




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