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Camminando sul Percorso Naturalistico " S. Giusto - S. Maria Maddalena " ( MC )


L’ alta  valle del fiume Chienti, nel tratto tra la cittadina di Polverina ed il suo bacino artificiale situato poco lontano, lambisce i confini del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Questa piccola frazione di Camerino, curiosamente incastonata tra due ampli territori circolari del comune di Pievebovigliana, risulta la porta d’ accesso all’ area protetta sul versante nord occidentale. Un ingresso secondario, poco conosciuto, ma non meno interessante degli altri più famosi e frequentati. Da Polverina è possibile raggiungere Fiastra, il suo lago e l’ inizio della catena dei Monti Sibillini, lambendo i versanti del Monte Fiegni. Il percorso è lungo, ripido e tortuoso, ma straordinario dal punto di vista paesaggistico. Poco prima un bivio porta alla bella frazione di San Giusto, nella fotografia, con Camerino ed i suoi monti all’ orizzonte. Poco sopra c’ è l’ interessante Percorso Naturalistico “ San Maroto – Santa Maria Maddalena “, con la possibilità di salire fino alla vetta del Monte Fiegni, a strapiombo sul Lago di Fiastra.

Con pochi chilometri di salita dalla vallata ed un doppio tornante si arriva alla frazione di San Giusto, che sorge su un colle panoramico a dominare il territorio circostante. L’ edificio religioso che da’ nome all’ abitato lo domina e l’ impreziosisce con la sua particolare struttura architettonica. La Chiesa di San Giusto ha infatti una pianta circolare, influenzata più dallo stile degli edifici romani che da quello dei bizantini. E’ stata edificata tra il XI e XII secolo d. C., ha una cupola che è stata costruita senza centine di sostegno e l’ ingresso è situato sotto l’ alta torre campanaria. La struttura nel suo insieme è il riuscito risultato di equilibrio tra forme geometriche e soluzioni realizzative. Nel piano d’ ingresso della torre sono presenti affreschi trecenteschi, mentre nella chiesa l’ opera più importante presente è una Madonna del Rosario di Venanzo da Camerino. Da San Giusto parte anche il sentiero n° 331 che, passando per il Fosso dello Sgamorato, sale al valico di Santa Maria Maddalena. 



Dopo la visita approfondita alla straordinaria Chiesa di San Giusto si continua il percorso con una breve salita che porta ad una piccola sella con un incrocio. A lato di questo s’ innalza la severa Chiesa di San Maroto, messa in sicurezza dopo gli eventi sismici degli ultimi anni. Scendendo a sinistra si tornerebbe verso Pievebovigliana, continuando dritti verso Collemese ed il Lago di Fiastra, mentre deviando a sinistra s’ incomincia a salire verso il Sentiero Naturalistico “ San Maroto – Santa Maria Maddalena “. Salendo sulla carrareccia il panorama s’ allarga ed oltre alla sottostante frazione di San Giusto, il mosaico dei campi contornati dai filari di alberi, s’ intravede il Lago di Polverina.







Il lago, pur essendo un bacino artificiale, è contornato da un ambiente naturale di pregio, con salici bianchi sulla riva sinistra e vegetazione forestale su quella destra. E’ denominato Oasi di Protezione Faunistica di Polverina, grazie alla numerosa presenza di fauna, specialmente aironi cinerini, svassi, cormorani ed altri. Grazie alle sponde pianeggianti ed accessibili, alla pescosità delle sue acque e ai percorsi naturalistici l’ area è molto frequentata. Dopo un paio di chilometri la mulattiera fa una brusca curva, mentre una piccola deviazione scende nel Fosso dello Sgamorato. Il percorso pietroso tende a salire ripido e lineare, tra la bassa vegetazione ed il panorama che s’ allarga sui Sibillini all’ orizzonte.







Nel procedere s’ incontrano le tabelle esplicative delle emergenze floreali ed arbustive presenti sul Percorso Naturalistico “ San Maroto – Santa Maria Maddalena “. Il comune di Pievebovigliana ha voluto tutelare il proprio patrimonio di biodiversità, con il giusto equilibrio tra elementi antropici e naturali, fatto di antichi poderi, prati, pascoli e boschi. Il progetto di questo percorso, a cura del Centro Interdipartimentale Ricerca Ambiente dell’ Università di Camerino, serve per tutelare e valorizzare questo territorio dall’ alto valore naturalistico. Alcune aree di sosta permettono un breve riposo dalle fatiche della salita; in questa della fotografia è presente pure una piccola edicola votiva. Un’ occhiata al percorso fatto permette di godere dell’ ampio panorama della vallata del Chienti, con il lago di Polverina e Camerino con i suoi monti all’ orizzonte.




Il tragitto risale la stretta e lunga valle del fosso dello Sgamorato a metà rilievo, con una carrareccia parallela utile per un ritorno veloce a valle e termina nella sella tra il Poggio della Pagnotta ed il Monte Fiegni. Le specie botaniche presentate nelle tabelle sono 66 e la loro numerazione parte dal valico di Santa Maria Maddalena scendendo verso San Maroto. Iniziando  dall’ alto dei prati pascoli, si passa al bosco e sottobosco, ai cespuglieti e si termina nel contesto rurale del paesaggio agrario. Ogni specie ha nella sua tabella il numero progressivo, il nome scientifico e volgare, le principali caratteristiche, il periodo di fioritura, l’ area di distribuzione, l’ habitat e le varie curiosità.








L’ ultima piazzola di sosta è di fronte alla  chiesetta di Santa Maria Maddalena, alla fine del percorso naturalistico appena concluso. Il piccolo edificio religioso è situato nella sella tra le arrotondate cime del Poggio della Pagnotta e del Monte Fiegni, tra grandi distese di prati pascoli. E’ raggiungibile dalle carrarecce che vi salgono dal lago di Caccamo, sul versante orientale e da quelle del versante occidentale di Portola e San Maroto. Diversi sono pure i sentieri che attraversano questi prati e grazie alle bellezze ambientali, panoramiche e naturali l’ area di Santa Maria Maddalena è frequentata da escursionisti, ciclisti, cavalieri e turisti in cerca di relax.







La piccola chiesetta di Santa Maria Maddalena ha un umile aspetto da ricovero di bestiame, ma la sua semplicità di forme e lo straordinario ambiente in cui è inserita, tra terra e cielo, le danno un fascino religioso molto emozionante. La sua origine risale al periodo romanico e nonostante l’ aspetto dimesso e la sua lontananza dai centri abitati, può vantare al suo interno antichi frammenti di affreschi, un Crocifisso ed alcuni volti di angeli, attribuiti al pittore Cola di Pietro. Avendo tempo a disposizione si può terminare l’ escursione salendo ai 1323 metri d’ altezza del Monte Fiegni.









Pur non altissimo e dalle normali forme arrotondate, con una calotta sommitale a mandorla, il Monte Fiegni ha dalla sua il vasto affaccio a 360 gradi sui monti nord occidentali delle Marche, sulla catena dei Monti Sibillini verso sud e sul vasto mare di colline che degradano verso il mare. E’ possibile, grazie alle mulattiere d’ accesso ai pascoli, fare il giro del monte e salire pure alla vetta, ma è più emozionante salire verticalmente sulle sue erte pendici. Salendo il panorama s’ allarga e, dopo essere arrivati in vetta, è un’ emozione vedere innalzarsi i Sibillini di fronte ai propri occhi, con l’ altopiano erboso  dei Piani di Ragnolo e le sue cime. Restano da immaginarsi invece le meraviglie rappresentare dal Lago di Fiastra e le Lame Rosse sottostanti la nostra vetta. Ridiscesi alla chiesetta, per il ritorno si può optare per la carrareccia che costeggia parallela il Percorso Naturalistico “ San Maroto – Santa Maria Maddalena “.






                                                                                                  di William Tallevi



                                                                                        

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