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Viaggio tra le bellezze ed i tesori di Fermo ( 2 di 2 )

Il maestoso e scenografico Palazzo dei Priori risale alla fine del Duecento e risulta essere l’ unione di più edifici già esistenti. L’ attuale facciata rinascimentale li ha unificati in un armonico complesso architettonico. Tra le diverse realtà museali ed artistiche qui presenti spicca il nucleo originario e più antico della Biblioteca Civica. Questo è composto da circa 16.000 libri pregiati, risalenti in gran parte al xvi secolo. I volumi provengono dalle donazioni del medico fermano Romolo Spezioli, a cui è dedicata la biblioteca. La biblioteca è impreziosita da un prestigioso mappamondo ligneo del 1713, opera del cartografo Silvestro Amanzio Moroncelli. che da il nome alla sala. L’ antico reperto, dall’ ottima fattura, è del diametro di due metri e nasconde un segreto. Il mappamondo è così grosso e non risulta mai smontato e non si riesce a capire come possa essere stato collocato nella sala, viste le piccole misure di porte e finestre.
Nel Palazzo dei Priori, al secondo piano, è presente la Pinacoteca Civica dalle molte ed importanti opere pittoriche e scultoree. Notevoli sono le otto tavolette della Storia di Santa Lucia dipinte da Jacobello del Fiore verso il 1410, il mirabile polittico di Andrea da Bologna dipinto nel 1369, la Madonna dell’ Umiltà di Francescuccio di Cecco Ghissi e la Pentecoste di Giovanni Lanfranco. Ma il capolavoro assoluto della pinacoteca è l’ Adorazione dei Pastori di Peter Paul Rubens del 1608. Quest’ opera è stata ispirata all’ autore da una simile dipinta dal Correggio. La caratteristica principale è data dalla scena notturna illuminata dal piccolo Gesù Bambino, luce che abbaglia gli increduli pastori. Questa tela ha una storia travagliata essendo rimasta per secoli quasi dimenticata nella Chiesa di San Filippo e solo in tempi moderni, con la scoperta di documenti comprovanti l’ eccelso nome del suo autore, restaurata e collocata nell’ attuale sede.




Poco lontano da Piazza del Popolo e dietro il Palazzo dei Priori si accede a Via degli Aceti per andare alla scoperta di un altro gioiello di Fermo: le Cisterne Romane. Da una piccola porticina si accede ad un capolavoro millenario costruito nei sotterranei della città. Il complesso è del 1° secolo a. C. e fu costruito per raccogliere l’ acqua per il fabbisogno cittadino. Lo sviluppo delle cisterne supera i 2.000 mq e sono costituite da trenta sale disposte in tre file parallele e tra loro comunicanti. L’ acqua non superava i 60 centimetri e, grazie ai grandi ambienti, rimaneva sempre ossigenata e potabile. I grandi ambienti sotterranei mantengono una temperatura annua stabile attorno ai 18 gradi. Poco lontano, in Largo Onesti, sono presenti anche le Piccole Cisterne Romane, i cui ambienti sono oggi utilizzati come spazio espositivo.
Da Piazza del Popolo s’ imbocca Via Mazzini e ci si trova davanti il Teatro dell’ Aquila. Esternamente può sembrare un edificio normale, ma dentro misure e numeri fanno subito intuire che ci si trova di fronte al più grande teatro storico delle Marche. E’ suddiviso in 124 palchi su cinque ordini e con la platea arriva ad ospitare mille persone. Fu progettato da Cosimo Morelli nel 1780 per sostituire quello di Palazzo dei Priori andato in fumo. Molto bello il dipinto sul soffitto raffigurante i Dei dell’ Olimpo ed il gigantesco lampadario a 56 braccia. Notevoli sono anche il sipario storico e sei fondali. Il teatro fu costruito con il denaro delle famiglie nobili e l’ Ottocento fu il secolo d’ oro per qualità delle opere proposte e per interesse. In tempi moderni un lungo restauro, terminato nel 1997, ha riportato il teatro agli antichi fasti.
Continuando sulla ripida Via Mazzini si arriva in breve al Piazzale del Girfalco, il vertice del colle su cui sorge Fermo. Qui, oltre la bella Villa Vinci, sono presenti dei bei giardini alla fine dei quali s’ innalza la maestosa facciata della Cattedrale Metropolitana, dedicata a Santa Maria Assunta. Questo candido edificio fu fondato nel 1227 in sostituzione del vecchio duomo distrutto da Federico Barbarossa. Quest’ ultima chiesa fu edificata su un tempio pagano, di cui rimangono tracce nell’ ipogeo invertendone il verso della pianta. Il prospetto della cattedrale e l’ atrio sono gli elementi distintivi del complesso architettonico. La facciata è in pietra d’ Istria e lo stile è romanico – gotico. Da notare l’ asimmetria del portale e del rosone non in linea con il culmine; il motivo della stranezza è che questi due elementi e la torre campanaria furono aggiunte nel 1348 e gli architetti non si preoccuparono di mantenere l’ equilibrio delle parti. A fianco del campanile è presente il Museo Diocesano che conserva reperti storici liturgici dall’ epoca paleocristiana ai tempi moderni, raccontando gli eventi e la vita religiosa della Cattedrale e della Diocesi di Fermo.
Superato il portale della Cattedrale si entra in un antico atrio ricco di affreschi trecenteschi e diversi monumenti funebri di illustri personaggi del passato. L’ interno invece è una sorpresa in quanto è stato completamente rifatto nel Settecento, demolendo le strutture originarie e rifacendo la chiesa seguendo il gusto neoclassico del momento. Le enormi dimensioni delle strutture e la ricchezza dell’ apparato decorativo lasciano completamente senza fiato. Sono presenti pure importanti opere artistiche antiche, come un sarcofago paleocristiano del III – IV secolo nella cripta, un’ icona bizantina nel coro d’ inverno, un mosaico paleocristiano con pavoni, visibile dall’ altare principale e i già citati affreschi e monumenti funebri nell’ atrio.







Perpendicolare al Museo Diocesano s’ imbocca Via del Teatro Antico per scendere dal Colle Girfalco al centro storico sottostante. La via è così chiamata per i ruderi dell’ antico teatro romano; oggigiorno ne sono rimasti solo dei muri semicircolari che ne fanno intuire forma e grandezza. Essi fungono da sostegno per il sovrastante Parco della Rimembranza e fondo per gli edifici sottostanti. Si arriva in breve in Via Cefalonia che, con l’ attiguo Corso Cavour, rappresenta l’ asse principale di Fermo, verso Piazza del Popolo ad est e Largo Fogliani ad Est. Quest’ asse viario, fino all’ Ottocento, era l’ unico ingresso carrozzabile al centro cittadino. Largo Matteucci, con la sua torre omonima, è una piazzetta a metà percorso e qui sono presenti importanti edifici nobiliari fermani dai magnifici cortili. Torre Matteucci svetta di fianco alla Chiesa del Carmine ed al Monte di Pietà ed è l’ ultima torre rimasta in città tra le innumerevoli dei tempi passati. Un’ antica tradizione narra che fu la sede della prigionia della figlia del Sultano rapita da un noto condottiero fermano per avere un riscatto dal padre.

Scendendo su Corso Cavour verso il vertice ovest del centro storico fermano si arriva di fronte a Palazzo Paccaroni ed alla Chiesa di San Filippo, già citata per il ritrovamento del dipinto Adorazione dei Pastori di Rubens. Il palazzo ospita le sale del Tribunale ed un piano è dedicato ad importanti esposizioni museali: sono presenti il Museo Ornitologico Tommaso Salvadori ed il Museo Polare Silvio Zavatti. Il primo presenta centinaia di uccelli impagliati, mentre il secondo è l’ unico museo del genere in Italia ed uno dei pochi al mondo in queste latitudini. Raccoglie decine di reperti provenienti dal Polo Nord raccolti nelle numerose spedizioni di Zavatti. Entrambe le raccolte provengono dall’ ex polo museale rappresentato da Villa Vitali, chiuso per problemi strutturali pochi anni fa.
Per concludere la visita al centro storico di Fermo si può continuare per Corso Cavour e poi, arrivati a Largo Fogliani, tornare indietro costeggiando il perimetro nord di mura e fortificazioni con le vie Corsica, S. Antonio e delle Mura. Si ritorna sotto ‘ imponente zona absidale della Chiesa di S. Francesco, qui, prendendo la via per Porto S. Giorgio, si può scendere a vistare la bella Villa Vitali ed il suo parco pubblico. Si passa davanti alle Fonti di S. Francesco del 1320, con sette archi romanici ed altrettante vasche intercomunicanti. La villa, poco lontana, è inagibile; al suo interno erano collocati diversi musei. Oltre ai due già citati a Palazzo Paccaroni, erano presenti i musei della Pipa, una collezione di macchine fotografiche e la Sala della Meteorite, caduta a Fermo nel 1996. Villa Vitali ha un bellissimo parco pubblico con fiori, cespugli, alberi, arredi artistici ed un’ arena estiva, nella quale si tengono spettacoli di vario genere.


                                                                     di William Tallevi



                                                                 

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