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Piagge ( PU ), antica Lubacaria e il suo fantastico e misterioso Ipogeo

Il vecchio comune di Piagge, attualmente frazione di Terre Roveresche, si sviluppa per la lunghezza di circa un chilometro sul crinale che divide le vallate di Metauro e Cesano. Sorge ad un' altezza di circa 200 metri, con il mare distante poco più di una decina di chilometri, tra S. Costanzo e S. Giorgio di Pesaro. La sua posizione è nella bassa provincia pesarese, vicino al confine anconetano. Il  centro storico di Piagge è minuscolo ed è quasi nascosto dall' infilata di abitazioni più moderne accostate sulla provinciale. Vale la pena fermarsi per una tranquilla visita alla scoperta delle sue bellezze.
Su un piccolo slargo di fronte alla Chiesa Parrocchiale di S. Lucia convergono i due bracci di Via Montegrappa; questa contorna per intero la cinta muraria del castello di Piagge. Questo, ben restaurato, è la trasformazione nei secoli di un antico incastellamento.  Pare che il suo nome derivi dal latino pladea - pladearum, dal significato piana o piazza, per la conformazione del terreno. La tradizione narra dell' esistenza di un' antica città a nome Lubacaria, che fu distrutta da Alarico Re dei Goti. Questa era posizionata nei pressi della frazione Cerbara e diversi ritrovamenti testimoniano questo fatto. Gli scampati dalla strage si rifugiarono in una collina vicina e costruirono nuovi insediamenti, da cui deriva l' attuale Piagge.
Nel medio evo, per usufruire della cittadinanza fanese, il borgo castello fu distrutto dagli stessi abitanti. In seguito venne completamente ricostruito nelle forme attuali e rimase sotto la giurisdizione dei monaci di S. Paterniano. Piagge, per la robustezza del suo castello e per la posizione dominante, fu sempre ritenuto luogo di rilevante importanza. La presenza di buoni edifici e varie chiese gli fece ottenere, sotto il governo di Leone XII,  il titolo di Terra. Attualmente l' integro giro di mura è interrotto solo da due rampe d' accesso; questo rappresentato nella fotografia è quello sul versante occidentale.
Entrambi gli ingressi cittadini sono stati adattati ai tempi moderni; le antiche porte del castello e la struttura interna hanno perso la connotazione militare. Due sono gli slarghi interni dell' antico borgo castello; quello occidentale è più grande e rappresentativo. Sul suo vertice orientale s' innalza la torre campanaria comunale, questa risulta essere un adattamento civile dell' antico torrione. Su un suo fianco è murata una lapide del tempo dei Della Rovere ed uno stemma dello Stato della Chiesa. Sotto di essa s' intuiscono i tetti delle abitazioni sulla provinciale, dominate dalla severa mole della Chiesa Parrocchiale.

Gli spazi interni del castello di Piagge sono minimi, divisi da due vicoli e da due spiazzi, con un perimetro murario percorribile. Le abitazioni si fronteggiano, separate da gradinate e piccoli cortili. Queste sono state recuperate in modo eccellente e, anche se hanno perso un po' il fascino antico, mostrano spazi e volumi molto armonici.






La minuscola struttura interna del centro storico piaggese comporta una visita breve, ma permette una tranquilla visione totale dell' insieme. C' è la possibilità di apprezzare al meglio le case color pastello ed i loro particolari. Se dal lato occidentale lo slargo propone le due emergenze architettoniche del paese, torre civica e collegiata, dal lato opposto a fare da padrone è la straordinaria bellezza del paesaggio collinare circostante, con all' orizzonte il bel centro di Montemaggiore al Metauro. Contornando le mura o attraversando i due bracci del vicolo XXIV Maggio, si arriva al secondo ingresso sul versante orientale.

Una breve discesa su una piccola rampa curvilinea riporta alla provinciale. Prima di continuare la visita a Piagge con la Chiesa Parrocchiale ed il misterioso Ipogeo, conviene farsi una tranquillo giro esterno delle mura. Si passa sotto l' arcata della sovrastante rampa appena percorsa, ammirando l' integrità della cinta muraria piaggese, che circonda e protegge l'  abitato. Un grazioso spazio verde attrezzato, con annesso punto di ristoro, è collocato sul versante settentrionale, poco sopra della strada della circonvallazione. Da qui è possibile ammirare il verde ed ondulato paesaggio collinare metaurense.
Il giro delle mura è breve ed in pochi minuti si raggiunge la rampa principale cittadina, fatta all' inizio della visita nel centro storico. Si sbocca di nuovo sulla provinciale nei pressi di una strettoia tra strada e i begli edifici che la affiancano. La strada è leggermente in salita e permette una bella visuale sulla non lontana Chiesa Parrocchiale. Questa si presente squadrata e maestosa nei volumi ed elegante nella suddivisione degli spazi del prospetto; è dedicata a S. Lucia e S. Giovanni Battista, patroni del paese. L' edificio originario era della prima metà del Cinquecento ed era collocato poco lontano. A causa della rovina causata dal tempo fu ricostruita ex novo più a monte nelle attuali forme. L' interno di S. Lucia è a navata unica, con cinque cappelle laterali e la zona absidale semicircolare. Due sono gli importanti dipinti presenti: una Ultima cena attribuita a Giovanni Francesco Guerrieri e una Crocifissione con la Vergine e i santi Lucia e Giovanni Battista di Carlo Magini. Un' altra interessante chiesa è presente nella frazione Cerbara ed è dedicata a Sant' Ubaldo.
Ma la bellezza storico-artistica più interessante è sicuramente la Grotta Ipogeo di Piagge. Il suo ritrovamento è recente ed è dovuto ad una ricerca storica del centro piaggese e del suo territorio, iniziata nel 1996, dall' architetto locale Gabriele Polverari. L' Ipogeo è situato a fianco dell' ingresso orientale del borgo castello, sotto gli edifici che fiancheggiano le mura. Una piccola rampa di scalini scavati nell' arenaria, come l' intero Ipogeo, porta in breve in un fantastico e misterioso ambiente sotterraneo. La struttura è di tipo basilicale e sicuramente rappresenta un luogo di culto dei primi secoli; una lunga navata centrale è arricchita da diramazioni laterali. Sono presenti varie nicchie, decorazioni, simboli e tutto l' insieme, nonostante le varie funzioni nei secoli, ha mantenuto integro l' aspetto originario. Un accurato restauro e conseguente valorizzazione strutturale ha portato questa meravigliosa basilica rupestre sotterranea ad essere una bellezza assoluta della provincia pesarese, che merita assolutamente di essere conosciuta e visitata.


                                                                    di William Tallevi


                                                         

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