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MACERATA...i Luoghi da Visitare - SUGGESTIONI BAROCCHE a Cura di Daniela Perroni

Testi e Immagini © Daniela Perroni / The Marche Experience
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SUGGESTIONI BAROCCHE


Tipica cittadina marchigiana dolcemente adagiata sulla sommità del colle, la città di Macerata ancora oggi mantiene intatta la bellezza del suo centro storico cinto da mura quattro-cinquecentesche che stoicamente resistono agli attacchi del tempo e di un fiero e battagliero passato.
Perdendosi nell’intrico di vie e di piazze si scopre il gusto per il frammento, per l’incompiuto e per lo spazio dinamico e sensuale della città che, a partire dal XVII secolo, diventa scena urbana. Dalla via che sale da piazza Mazzini si raggiunge l’antica piazza Duomo che con la sua suggestiva facciata incompiuta tardo settecentesca, fa da contrappunto al piccolo gioiello della Basilica della Misericordia di Vanvitelliana memoria. Scrigno prezioso per una salda e sentita fede popolare, la piccola chiesa della Misericordia schiude le sue porte verso la meravigliosa policromia marmorea del suo interno dove gli affreschi settecenteschi declinano verso un gusto tardo barocco che prelude ad un elegante e sofisticato proto neoclassicismo.
Maschera, metamorfosi, movimento. L’inquietudine barocca a Macerata si palesa nell’imponente e scenografica facciata del palazzo Marefoschi che, sorprendentemente, spezza la sobrietà  degli edifici contigui con le sue balaustre mistilinee, i suoi mascheroni e i suoi cornicioni aggettanti di pietra bianca in un piacevole e raffinato gioco dicromatico.
La Macerata tra sei e settecento è, architettonicamente, un gioco di rimandi e citazioni, di contrasti tra sobrietà di esterni e ricchezza ridonante di interni dove l’essere e l’apparire difficilmente coincidono. La selva delle false apparenze e delle vere illusioni può essere percepita solo da uno sguardo attento e curioso che, attraverso l’elegante leggerezza delle allegorie di palazzo Buonaccorsi , conosce la vicenda dei padroni di casa, ne coglie il prestigio e i fasti e il loro declino. Nella scenografica enfilade del piano nobile c’è tutta l’intenzione di stupire e meravigliare con un colpo d’occhio d’effetto che viene ancora di più enfatizzato dalla superfice argentata di uno specchio che con misurata malizia, dilata gli spazi, disorienta, meraviglia, diverte e nasconde in un incedere lento verso il fondo, laddove la capricciosa illusione conduce al maestoso e ricco salone delle feste. Vero tripudio di colori, marmi e dipinti, la sala delle Eneide, con i suoi miti e le sue divinità, sublima le virtù dei committenti ritratti nelle vesti di eroi mitologici.
Raggiungendo la piazza della Libertà il barocco maceratese si palesa attraverso il meraviglioso Teatro Lauro Rossi, progettato da Antonio Galli da Bibbiena nella seconda metà del ‘700. La cromìa scelta è quella del celeste polvere che viene definito “il color dell’aria” e la sua sala è un vero prospetto urbano fatto di verosimiglianti balconi con finte balaustre. La teatralità della città, con i suoi spazi e i suoi rituali, improntati ad una certa forma e decoro, vengono traslati  all’interno della sala teatrale sotto un’eterea copertura tardo ottocentesca che riprende però la tipica decorazione fluente e libera del rococò dalle sfumature pastello.
Attraversando il seicentesco corso cittadino si incontra la piccola facciata barocca del palazzo Ossucci per arrivare all’altro grande ed imponente monumento del tardo barocco maceratese: La chiesa di San Filippo. Progettata dallo stesso architetto del Palazzo Buonaccorsi, Giovanbattista Contini, la chiesa di S. Filippo è il tipico esempio dell’architettura barocca che sceglie soluzioni formali e planimetriche alquanto originali conferendo alla città stessa prospettive sempre diverse. All’austera verticalità della sua facciata incompiuta si contrappone un interno riccamente decorato con finti marmi policromi che danno la sensazione di una chiesa ancora più grande del reale. La pianta ellittica è la soluzione migliore per sfruttare al meglio l’irregolarità del terreno e l’angusto spazio posto alla confluenza delle due strade parallele senza, però, rinunciare alla grandiosità della costruzione che, attraverso le opere d’arte che custodisce al suo interno, comunica l’idea di una chiesa trionfante.
Il percorso maceratese alla scoperta delle sue suggestioni barocche, può infine terminare davanti al magnifico Palazzo Costa la cui grandiosa facciata spicca sul resto degli edifici per l’insolito colore della sua pietra bianca scolpita con panoplie decorative che scandiscono le finestre del prospetto principale.
All’interno uno scalone monumentale dai tenui colori pastello, conduce al piano nobile un tempo destinato agli ospiti della famiglia.

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