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DOVE MARCHE, UMBRIA E LAZIO SI ABBRACCIANO....


"Questa sera vi proproniamo una nuova passeggiata raccontata dalla nostra ECCELLENTE New Entry Cristina Marozzi!!! 
BUONA LETTURA e BUONA VISIONE!!!"

ITINERARIO:  Forca Canapine, Pantani di Accumoli, Monte dei Signori, Monte Utero e ritorno.

L’escursione a cui ho partecipato il 19 ottobre è stata proposta dalla sezione C.A.I. di Macerata.  
Si tratta di un percorso abbastanza semplice (difficoltà: E rif. http://www.caiesperia.it/scala%20difficolt%C3%A0.html ) e ben segnalato.  
La durata, soste comprese, è stata di circa 4 ore.Arrivati a Forca Canapine, dopo aver attraversato i piani di Castelluccio (nel nostro caso ancora completamente immersi nella nebbia), si può parcheggiare comodamente nei pressi del Rifugio Genziana.  
Dal rifugio basta seguire un agevole stradone in direzione Ovest che poi piega verso Sud fino alla sella dei c.d. Pantani di Accumoli. 
Incastonati in una piccola vallata, questi specchi d’acqua di origine glaciale, sono frequentati da mandrie di mucche e cavalli che qui possono abbeverarsi e pascolare liberamente. 
Lo sguardo spazia dai Monti Sibillini fino ai Monti della Laga. 
Lasciandosi sulla sinistra i Pantani si può iniziare a salire la dorsale Nord del Monte dei Signori costeggiando il bosco di faggi che regala, in autunno, una stupefacente tavolozza di colori. 
L’ascesa non è eccessivamente impegnativa e, raggiunta la vetta a Q. 1741m s.l.m., si nota la presenza di un cippo con basamento quadrato sormontato da una colonna. 
Si tratta uno dei segnali di confine tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie ancora in situ: se si presta attenzione, si riesce ad individuare la presenza del simbolo delle chiavi di San Pietro da un lato e del Giglio “borbonico” dall’altro.
Da qui si può godere di uno splendido panorama a 360°: a Ovest la pianura dove sorge Norcia, a Nord i Monti Sibillini: dal Monte Bove al Monte Vettore che chiude il Pian Grande di Castelluccio,  ad Est la linea di cresta dei Monti della Laga e, verso Sud,  i monti laziali ed il Terminillo.
Non resta che scendere di quota in direzione Monte Utero a cui si accede dopo un breve tratto in cui si attraversa la faggeta, per poi risalire affrontando la dorsale abbastanza ripida fino alla cima a Q. 1807 s.l.m. Anche dal Monte Utero il panorama è una festa per gli occhi, ovviamente. 
La meta è stata raggiunta: non resta che affrontare il percorso di ritorno seguendo un sentiero su prato verso Est e poi piegare verso Nord inoltrandosi nuovamente nella faggeta.
Entrare nel bosco di faggi è come accedere al bosco di Lothlorien (per chi ha letto “Il Signore degli Anelli”): un tappeto rosso di foglie che crepitano ad ogni passo, massi calcarei ricoperti di muschio verdissimo e i tronchi grigi e slanciati che invitano lo sguardo a salire, attraverso rami e foglie, fino al cielo. 
Ci si aspetterebbe di scorgere Galadriel da un momento all’altro. 
Lasciandosi questo luogo magico alle spalle, ci si trova nuovamente ai Pantani, questa volta costeggiandoli da vicino, potendo godere appieno del paesaggio decisamente bucolico. 
Si risale alla sella e poi si percorre lo stesso stradone dell’andata fino al Rifugio Genziana.
Come premesso, l’escursione è adatta anche a persone “poco allenate” ed è effettuabile in tutte le stagioni. 
Credo che d’inverno, con il paesaggio innevato, sia molto suggestiva. 
E’ fondamentale portare con sé acqua, dato che non ci sono fonti lungo il percorso e cibo per le soste e, come per ogni escursione in montagna, prestare sempre la massima attenzione e seguire i sentieri segnalati.

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