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Visita all' Eremo delle Carceri di Assisi ( PG ), primo rifugio di S. Francesco


Assisi è la cittadina umbra famosa in tutto il mondo religioso per aver dato i natali a due sante figure come Francesco e Chiara. Le loro vite, con opere e pensiero umanistico religioso, hanno influenzato moltitudini di seguaci con un credo che si è sparso per il mondo. Nella loro cittadina natale sono stati celebrati con santuari, opere d’ arte, istituzioni religiose ed assistenziali, coinvolgendo una moltitudine di persone e visitatori. Oggi giorno la bella città di Assisi è diventata una capitale del turismo religioso in Italia, coinvolgendo privati ed istituzioni. Al vivace e numeroso afflusso di turisti in città fa da contraltare la riservata e riflessiva visita all’ Eremo delle Carceri, il complesso monastico cresciuto attorno alla grotta di San Francesco, dopo il clamoroso rifiuto ad una vita tradizionale. 





Solo quattro chilometri, sulla strada che sale al Monte Subasio, separano la città di Assisi al primo rifugio rupestre francescano, angolo di verde e di silenzio, ma sembra di entrare in un altro modo. Ci troviamo in un impervio vallone del Monte Subasio che precipita a valle, a 800 metri d’ altezza, tra rocce ed una fitta vegetazione. La denominazione Carceri non deriva da prigioni, ma dal sostantivo latino “ carcer “ , che significa luogo appartato. Per questo il poverello di Assisi scelse questo luogo appartato, tra boschi, dirupi e grotte per la sua nuova vita religiosa. Francesco ed i suoi seguaci scelsero ognuno una grotta dove vivevano, per lunghi periodi dell’ anno, di meditazione e preghiere, vedendosi poi insieme per preghiere comuni in un piccolo oratorio. Questo piccolo edificio religioso,  nel XIII secolo e le grotte circostanti è l’ iniziale nucleo religioso sul quale poi è cresciuto l’ intero complesso monastico odierno. 



Solo verso la fine del XIV secolo un nucleo di frati ha iniziato a vivere qui in modo stabile, aggiungendo povere dimore. Fu San Bernardino da Siena, all’ inizio del Quattrocento a dare l’ inizio dei lavori per unificare e migliorare gli edifici presenti, con l’ aggiunta di una piccola chiesa, il coro, il refettorio ed il dormitorio, con le piccole celle dei frati addossate alla roccia. La conformazione attuale è data da diversi altri lavori di miglioramento avvenuti in epoche successive. Per ultimi vengono grosse opere di sostegno dell’ articolato complesso, di scalinate e corridoi di collegamento. Con l’ aumento della frequentazione dei fedeli, nel XIX secolo, vengono edificate due foresterie, maschile e femminile. La visita all’ Eremo delle Carceri inizia con un doppio accesso, uno lastricato in piano ed uno scalinato, addossato alla parete rocciosa che aggira il complesso monastico.




Si arriva ad un ampio cortile lastricato, centro dell’ Eremo, in cui si aprono i vari ambienti monastici. Due antichi pozzi sono posizionati ai suoi vertici con l’ antica funzione di raccogliere le acque, mentre l’ affaccio verso la vallata regala ampi panorami. Sulla destra è collocato il Convento nuovo del XVI secolo, che ospita attualmente quattro frati. Sulla sinistra c’ è il grosso edificio del Convento Vecchio al cui interno sono collocati il refettorio, con affreschi cinquecenteschi ed arredi dell’ epoca ed il dormitorio. Questo, compresa quella di San Bernardino, era composto di poche e povere celle addossate alla parete rocciosa. Di fronte alla volta dell’ ingresso sorge l’ Oratorio di Santa Maria, vero cuore spirituale dell’ eremo visto che tutti i frati vi venivano per la preghiera e momenti di vita comune.  Un affresco della Madonna in trono del 1506 la impreziosisce.



Sotto il piccolo Oratorio  di Santa Maria delle Carceri è situata l’ antica grotta di San Francesco, entrambi gli ambienti sono del XIII secolo e rappresentano il nucleo iniziale dell’ eremo. Quest’ ultima è un’ ampia cavità naturale divisa in due parti e collegata da scalini. Una piccola balaustra di legno delimita la base rocciosa che, secondo la tradizione, rappresenta il giaciglio di San Francesco, quando egli si ritirava per lunghi periodi in quest’ eremo. Le grotte che ospitarono i suoi primi compagni di vita monastica sono esterne al complesso religioso, immerse nel verde del bosco.








Esternamente agli edifici, tutti collegati tra loro e che gravitano attorno al grazioso cortile, sorge la Cappella dedicata a Santa Maria Maddalena, raggiungibile anche dalla gradinata iniziale che aggira l’ eremo a ridosso della parete rocciosa. Qui è sepolto, dal 1477, il Beato Barnaba Manassei, ideatore e fondatore, dal 1462, del Monte di Pietà di Perugia. Quest’ importante istituzione era a sostegno di chi, trovandosi in difficoltà, poteva ricevere un prestito senza interesse, lasciando come pegno un deposito in garanzia.




La bella gradinata in pietra, sorretta da robusti muraglioni, aggira la piccola Cappella di Santa Maria Maddalena e con un ponte scavalca il canalone del Rio Secco. Da qui confluiscono a valle le acque piovane che s’ incanalano nella conca tra il Colle San Rufino ed Il Monte Subasio che sovrastano l’ Eremo delle Carceri. Un vecchio leccio secolare, sostenuto da un’ imbracatura di ferro, s’ innalza sparuto a fianco del ponte da secoli. La tradizione racconta che su quest’ antica pianta erano solito venire a posarsi stormi di uccelli per allietare San Francesco con il loro canto, ricevendo indietro lodi e benedizioni.



Arrivati sull’ altro versante del fosso si ha un’ immagine quasi completa dell’ Eremo delle Carceri, risultando arroccata alle rocce del canalone e quasi sepolta dal bosco. Tutto ciò fa comprendere a pieno la magica spiritualità del luogo, fuori dal mondo e vicino al trascendentale, ricercata da un giovane Francesco con i suoi seguaci. Questo luogo ha contribuito a crescere e formare l’ utopia francescana, che è risultata uno dei frutti migliori dell’ età medievale.  





Sul versante boscoso del Monte Subasio, di fronte al complesso religioso francescano, sono presenti altre grotte naturali frequentate ognuno da un seguace di San Francesco: Rufino, Silvestro, Leone, Masseo ed altri. Ogni cavità ha una sua forma caratteristica, si trovano dislocate su una vasta area su diversi livelli collegati da camminamenti, gradinate, piazzole e belvederi. Impreziosiscono il verde ambiente naturale diverse statue contemporanee dedicate a San Francesco, ai suoi seguaci ed al loro messaggio di amore universale predicato. All’ inizio del percorso sono presenti tre statue di frati intenti ad ammirare il cielo stellato, che rappresenta la natura, il creato e la vicinanza con il Creatore. Molto bella e simbolica anche la statua bronzea dedicata a San Francesco, ripreso sereno e benedicente, con una corona con simboli delle varie religioni a simboleggiare la fratellanza assoluta tra queste e gli uomini. Completano l’ insieme intimi luoghi dove raccogliersi in riflessioni e preghiere immersi nel verde. Questo percorso mistico religioso nel bosco è l’ ideale per concludere tranquillamente la visita all’ Eremo delle Carceri e riflettere a fondo sugli insegnamenti di povertà, amore, uguaglianza, vicinanza al creato ed al Creatore predicati senza sosta da San Francesco di Assisi.






                                                                                                di William Tallevi



                                                                              




                                                                
















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