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Escursione nella Gola di Gorgo a Cerbara di Piobbico ( PU ) ( 2 di 2 )


Due sono le caratteristiche principali della Gola di Gorgo a Cerbara di Piobbico ( PU ): il gigantesco e spumeggiante 
mulinello d' acque che le da il nome e la Balza della Penna. Quest' ultima di tratta di un prolungamento roccioso del Monte di Montiego, che si spinge nella gola scavata dal fiume Candigliano, tra questi ed i rilievi delle Rocche. Se dall' alto essa si presenta come una tagliente ed aerea cresta rocciosa, da cui si gode un' ottima visuale sulla gola e sul territorio circostante, dalla sua base risulta una spigolosa piramide. Dai suoi fianchi, invece, appare come la prua di una gigantesca nave slanciata verso un misterioso viaggio.
La presenza della maestosa Balza della Penna domina l' ingresso della Gola di Gorgo a Cerbara, sulla provinciale che da Acqualagna porta a Piobbico, fin da lontano. Il nome deriva probabilmente dalla particolare conformazione che la fa assomigliare ad una gigantesca ed acuminata punta. Il percorso proposto, dopo averla presenta dall' alto nella prima parte, passa sotto la sua base e riporta l' escursionista al punto di partenza di Piobbico, nella seconda.
Da Piobbico, bella ed antica cittadina dell' entroterra pesarese, seguendo i sentieri 6, 5 e poi 7 del Monte Nerone si riesce a fare un' escursione ad anello per andare a visitare le emergenze ambientali e naturali della Gola di Gorgo a Cerbara e Balza della Penna dall' alto, per fare poi ritorno a livello del vorticoso procedere del Candigliano. Dopo essere stati  alla balza e scesi alla sottostante frazione di Montiego, si tralascia la lunga carrareccia a tornanti e si scende con il più emozionante sentiero n° 5. Questo, dopo un difficoltoso percorso tra rocce e boschi, aggira la balza e porta ad un bivio. Continuando verso il basso si arriva alla, base della gola, mentre con l' altra possibilità si sale in breve alla base dell' impressionante parete rocciosa, che s' innalza in verticale verso il cielo. Questa della Balza della Penna è una palestra di roccia ideale per gli amanti dell' arrampicata sportiva su roccia, con diversi percorsi a secondo delle capacità tecniche personali.

Dopo aver visitato la la ripida parete verticale della Balza della Penna si scende verso la valle, all' inizio della Gola di Gorgo a Cerbara. Fermandosi ad ammirare la lunga propaggine rocciosa si riescono a cogliere tutte le sue caratteristiche che, da questa posizione, la fanno assomigliare d una vela spiegata al vento. In questa zona è facile avvistare la magnifica aquila reale, nel suo placido volo planato. Oltre alla regina dei rapaci sono presenti la poiana, il gheppio, il gufo e diversi altri rapaci. La fauna, tipica della zona medio - collinare, è completata da cinghiali, caprioli, volpi, lepri, tassi e scoiattoli.
Arrivati all' ingresso della Gola di Gorgo a Cerbara, sulla SS 257, ci si accorge della sua morfologia. La parte più interessante e meglio conservata è la riva sinistra, tutta dirupata e boscosa con la Balza della Penna, come punto caratteristico del Monte Montiego. Mentre la riva opposta, pur con le interessanti e svettanti guglie rocciose delle Rocche disposte ad anfiteatro, è deturpata dall' invadente presenza di una grossa cava. Tra le due pareti rocciose della gola il fiume Candigliano scorre sinuoso e gorgogliante tra rapide e cascatelle, parallelo alla strada statale.

Dopo essere arrivati alla strada con il termine del sentiero n° 5, con il n° 7 si costeggia il dirupato e roccioso versante del Monte Montiego per il ritorno a Piobbico. Questo inizia nei pressi di un noto ristorante locale, nei pressi della cava, e procede, in modo altalenante, sopra il corso del Candigliano.  Il percorso asseconda tutte le asperità ed i canaloni pietrosi della gola rupestre, offrendo mirabili scorci panoramici sul corso del fiume e sui monti circostanti. Questa grande depressione calcarea è da tempo area floristica protetta perchè, oltre alla locale vegetazione, presenta specie assai rare e di alto interesse botanico.
Nella Gola di Gorgo a Cerbara sono presenti ambienti rocciosi con pareti verticali, terrazzi erbosi e ghiaiosi, ghiaioni, macereti, tratti di bosco e cespuglieti. Nei boschi prevale il carpino, la roverella, l' ornello, l' acero e soprattutto il leccio. Sono presenti diversi tratti boscosi a rimboschimento dove prevalgono le conifere, come il cipresso comune, l' abete greco, il pino nero, di Aleppo e silvestre. Il percorso del sentiero segue sempre il corso del Candigliano; prima un po' dall' alto,  di seguito nei pressi del suo letto di scorrimento, ma sempre in vista. E' così possibile seguire il suo gorgogliante percorso, tra cascatelle, rapide, piscine e gorghi. Il più grande e maestoso è quello di Gorgo a Cerbara, qui ripreso dall' alto del sentiero n° 7 del Monte Nerone, che da il nome all' intera gola. Numerosi sono i posti accessibili del fiume, dove trovare sassi piatti, piscine con acque relativamente tranquille per cercare rinfresco alla calura estiva.


Il percorso scende a livello del fiume Candigliano ed è possibile assistere da vicino al tubinio delle sue acque nel Gorgo a Cerbara. Bisogna prestare attenzione a non correre rischi, per non cadere nelle sue turbinose acque. Al livello del fiume maestosa è la visuale d' insieme della gola. Nei pressi del gorgo è situata una grossa incavatura dove è posizionata la Madonnina del Tinaccio. Si tratta di una candida statuina mariana posizionata nel luogo da Angelo Cardinali, devoto ricercatore di tradizioni religiose locali. La sua presenza crea un' aurea mistica e solenne all' intera gola ed è meta di un' appassionata processione annuale di fedeli.
Dopo la visita al Gorgo di Cerbara, il sentiero sale su una sella rocciosa e poi scende, attraverso un boschetto di conifere sulla, SS 257. Dal lato opposto parte il sentiero n° 8 dell' Eremo di Morimondo, che sale fino alla frazione Bacciardi di Monte Nerone. Fatti pochi passi sulla statale si rimbocca il sentiero n° 7, che corre parallelo al fiume Candigliano. Si è usciti dalla gola e, con un ultimo sguardo panoramico, ci si rende conto dell' immane lavoro erosivo operato dalle acque in un tempo lunghissimo e delle varie stratificazioni minerarie differenti presenti.


Il sentiero procede con alcuni saliscendi in direzione di Piobbico, fino ad incontrare il bivio con il percorso precedentemente fatto all' andata dell' escursione. Si ritorna verso la bella cittadina dell' entroterra pesarese aggirandola con il sentiero n° 6. Questo, prima di entrare il paese, si collega con il piccolo Sentiero dei Folletti. Si  tratta di un piccolo percorso su un rilievo del M. Montiego, che incombe su Piobbico. Con pochi ripidi tornantini ed un percorso aereo di una passerella si arriva ad ammirare uno straordinario panorama cittadino. Si riconoscono la confluenza tra Candigliano e Biscubio, il borgo ed il Castello Brancaleoni, famiglia che ha dominato questi territori per ben sette secoli.


                                                                        di William Tallevi


                                                                   
    

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